Di Alessandro Lanni (@alessandrolanni)
I dati su migranti e rifugiati rilasciati a giugno dall’Unhcr dicono – tra le molte cose – che in questo momento esiste una sproporzione tra il peso politico all’interno dell’Ue dei paesi del cosiddetto “Gruppo di Visegrad” e il numero di rifugiati realmente presenti in quei paesi.
I muri reali e politici eretti negli ultimi anni da Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia sono sempre più alti ma non rappresentano una risposta a una presunta invasione in atto, perché nessuna invasione è in corso in Europa né tantomeno in quei paesi. Anzi, come è evidente dalla prima tabella della nostra infografica, la percentuale di rifugiati nei quattro stati è bassissima, neanche uno su mille residenti. Senza contare che anche i quattro di Visegrad sono firmatari – da decenni ormai – della Convenzione di Ginevra del 1951, il trattato internazionale che definisce lo status di rifugiato, i suoi diritti e le responsabilità degli stati nell’accoglienza.
Una posizione oltranzista che viene ribadita sempre più spesso. Ultimo caso è stata la mancata solidarietà all’Italia per lo sbarco di 451 migranti a Pozzallo. Germania, Spagna e altri paesi europei si sono detti disponibili ad accogliere qualche decina di migranti, i quattro di Visegrad no. «L’Ungheria non accoglie nessuno» ha chiuso la porta il rappresentante di Fidesz, il partito del premier Viktor Orban, e così il primo ministro ceco Andrej Babis: «Il nostro Paese non riceverà alcun migrante, l’unica soluzione alla crisi è il modello australiano, cioè non fare sbarcare i migranti in Europa». Un trend illiberale che ha individuato migranti e rifugiati come il bersaglio perfetto per la propaganda e che tuttavia non è giustificato dai numeri.
Secondo l’ultimo Global Trends dell’Unhcr, alla fine del 2017 i rifugiati in Europa erano poco più di 2 milioni e 440mila. Una cifra che rapportata agli oltre 520 milioni di abitanti dell’Ue (e di Norvegia e Svizzera) significa un rapporto di 4,63 persone ogni mille abitanti che hanno ottenuto protezione in quei paesi..
I rifugiati rappresentano una minaccia? I nuovi arrivi alimentano un flusso preoccupante? Nei quattro paesi che compongono il cosiddetto “Gruppo di Visegrad” la percentuale di rifugiati sul totale della popolazione è molto inferiore rispetto alla media europea. In Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria vivono nel complesso quasi 65 milioni di persone, i rifugiati alla fine del 2017 erano 22496 ovvero circa uno ogni tremila cechi, ungheresi, polacchi o slovacchi. Nell’Ungheria di Viktor Orban i rifugiati sono circa mille ogni milione e mezzo di abitanti, per un totale di 5691 protetti dal governo di Budapest.
Un peso demografico pressoché irrilevante al quale corrisponde un peso politico che dai quattro paesi dell’Europa orientale è ormai tracimato abbondantemente in buona parte del continente.