PORTO EMPEDOCLE, Italia – Il quindicenne Omar è uno dei sempre più numerosi cittadini yemeniti che si trovano intrappolati in un conflitto mortale in patria e che spesso non hanno altra scelta se non fuggire per mettersi in salvo.
Quando ha cominciato il suo viaggio da solo per cercare sicurezza in Europa, a quel punto che è iniziato il suo vero incubo.
Dopo sette giorni di viaggio attraverso il Mar Rosso per arrivare in Sudan, è stato derubato dei soldi che la sua famiglia aveva raccolto per pagare il suo viaggio e imprigionato. Liberato dopo alcuni giorni, ha trascorso le successive tre settimane nell’attraversamento del deserto del Sahara per giungere in Libia.
“Un incubo ad occhi aperti, per giorni non abbiamo avuto niente da mangiare e peggio ancora niente da bere”, dice. “Quando sono arrivato in Libia mi hanno messo in prigione perché non avevo i soldi per proseguire il viaggio”.
Solo la settimana scorsa ha ripreso il suo pericoloso viaggio, affidandosi ai trafficanti si è imbarcato diretto in Italia.
L’imbarcazione si è trovata presto in difficoltà, e insieme alle altre persone che erano a boro Omar è stato tratto in salvo e portato a Porto Empedocle, sulla costa meridionale della Sicilia.
Nel tentativo di offrire alternative significative a un numero crescente di rifugiati e migranti che come Omar intraprendono viaggi sempre più pericolosi per arrivare in Europa, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta cercando di raccogliere 421,2 milioni di dollari.
Il numero di rifugiati e migranti che arrivano in Europa dall’Africa attraverso la Libia sta aumentando e, con essi, i rischi che affrontano nelll’attraversamento del deserto del Sahara e del Mar Mediterraneo. Dall’inizio dell’anno, 2.360 rifugiati e migranti sono morti o sono dispersi nel Mediterraneo, mentre si ritiene che molti altri siano morti cercando di attraversare la Libia.
Omar, 15 anni dallo Yemen, a destra, parla con lo staff che lo accoglie a Porto Empedocle, Italia. ©UNHCR/C. Sami
“Storie come quella di Omar ricordano a tutti noi l’importanza della cooperazione internazionale per garantire a tutte le persone in tutti i luoghi lungo le rotte migratorie protezione e un trattamento umano”, ha dichiarato Volker Türk, Assistente Alto Commissario per la Protezione dell’UNHCR.
“Se le complessità della situazione non vengono affrontate insieme in modo coerente e congiunto, riusciremo solo a scaricare i problemi sugli altri, creando spazio per le reti di trafficanti, e peggiorando i rischi affrontati dai rifugiati che fuggono per mettere in salvo la propria vita.”
Per affrontare i flussi complessi di popolazione che coinvolgono rotte in continuo mutamento, l’UNHCR propone una strategia globale con interventi su tre diversi piani: nei Paesi di origine e di transito nell’Africa sub-sahariana, nel Nord Africa e nei Paesi di destinazione in Europa.
Nei Paesi dell’Africa sub-sahariana, l’UNHCR mira a garantire l’accesso all’asilo, fornire adeguati servizi di accoglienza, rafforzare lo spazio di protezione e fornire servizi e soluzioni di protezione efficaci per coloro che hanno bisogno di protezione internazionale. Ciò includerà attività di capacity building, attività di sensibilizzazione per aumentare la consapevolezza relativa ai rischi del viaggio verso la Libia e migliorare la comunicazione con i membri delle comunità che potrebbero intraprendere tali viaggi e attività a supporto dei meccanismi di applicazione della legge volti a contrastare il traffico di esseri umani.
In Nord Africa, l’UNHCR si adopererà per migliorare l’accesso all’asilo, aumentare la consapevolezza dei pericoli della migrazione irregolare e lavorare per migliorare lo spazio globale di protezione, anche attraverso soluzioni alternative alla detenzione di rifugiati e richiedenti asilo.
L’UNHCR fornirà un supporto mirato ai servizi della guardia costiera in termini di formazione, così da assicurare che coloro che sono stati salvati o intercettati in mare ricevano trattamento e assistenza umanitaria, facilitando l’individuazione precoce, anche nei punti di sbarco, di coloro che hanno esigenze di protezione, incluse le persone più vulnerabili, in modo da garantire la tempestiva erogazione di servizi e soluzioni adeguate.
In Europa, l’UNHCR continuerà a sostenere, integrare e sviluppare le capacità già in essere dei governi per garantire un accesso efficace e sicuro all’asilo, ai servizi di protezione e alle soluzioni per le persone di competenza dell’Agenzia, con particolare attenzione a quelle con esigenze specifiche e vulnerabilità.
L’appello supplementare dell’UNHCR ammonta a 421,2 milioni di dollari, 22,6 milioni dei quali sono fondi supplementari per i Paesi dell’Africa occidentale e per il Marocco.
Si basa, incorporandoli, sugli appelli precedenti dell’Agenzia, tra cui il Piano di Risposta Regionale per rifugiati e migranti per l’Europa del 2017 (RMRP) e le richieste finanziarie relative ai rifugiati in Libia pari a 62,4 milioni di dollari, presentato nel contesto dell’Appello per la Libia del maggio 2017. Inoltre integra le attività attuate da altre organizzazioni, come l’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (IOM), rivolte ai migranti che percorrono la stessa rotta.
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