Dal suo arrivo in Costa Rica più di 50 anni fa, la missione di Vicenta González è stata quella di aiutare le donne locali e rifugiate a sfuggire agli abusi e a ricostruirsi una nuova vita.
In un’età in cui molte persone sono ormai in pensione, Vicenta, bisnonna ed ex ostetrica di 74 anni, non è mai stata così impegnata. Che si tratti di avviare progetti comunitari, di trovare un lavoro in un’area ad alto tasso di disoccupazione, di sfidare un radicato maschilismo o di cercare un riparo per le vittime di violenza di genere, la donna è un punto di riferimento per la sua comunità e molti si rivolgono a lei per chiedere aiuto.
Dal 2018, la crisi sociale e politica nel Nicaragua, confinante a nord con la Costa Rica, ha costretto più di 200.000 persone a fuggire dal Paese. Vicenta – la cui fattoria si trova a pochi chilometri dal confine – lavora senza sosta per fornire cibo, riparo e altri beni di prima necessità alle donne richiedenti asilo e ai loro figli.
“Hanno bisogno di molte cose e di un posto dove stare; quando arrivano non sanno dove andare, non conoscono nessuno”, afferma Vicenta, chiamata da tutti Doña Vicenta in segno di rispetto. “Se qualcuno si ammala, devo capire come aiutarlo. Se qualcuno è stato ferito, devo capire come difenderlo… Devo fare da infermiera, medico, consulente, babysitter”.
Per il suo lavoro di difesa dei diritti delle donne vulnerabili di entrambi i lati del vicino confine, Vicenta è stata scelta come vincitrice del Premio Nansen per i Rifugiati dell’UNHCR per la regione delle Americhe, prestigioso riconoscimento che viene assegnato ogni anno a coloro che si sono distinti nel fornire aiuto a gruppi di persone rifugiate, sfollate o apolidi.
Come molte persone che vivono in questa porosa regione di confine, Vicenta ha radici in Nicaragua. Lì è nata, quarta di cinque figli, da genitori braccianti. Avendo poche opportunità di studiare, come molte ragazze nelle aree rurali di gran parte dell’America centrale, è stata per lo più tenuta a casa. Eppure Vicenta racconta che già da bambina sognava di viaggiare e di liberarsi degli stretti vincoli della comunità natale.
Sin da quando era giovane, la sua generosità era evidente. Vicenta ricorda che aveva circa 12 anni quando sfidò il divieto della madre di visitare un vicino di casa affetto da una malattia polmonare contagiosa per portargli di nascosto cibo e medicine.
La stessa generosità è riaffiorata dopo aver conosciuto il marito costaricano ed essersi trasferita nel suo Paese circa 55 anni fa. Dopo che la giovane coppia acquistò una fattoria di 11 ettari con una piantagione di cacao secolare, vicino alla città di confine di Upala, Vicenta divenne in breve tempo una figura chiave nella comunità, affermandosi come ostetrica della zona e effettuando spesso azioni di primo soccorso. Molto prima che venisse costruita la strada sterrata che porta alla proprietà, le persone raggiungevano la fattoria percorrendo in canoa il vicino fiume, in cerca di aiuto per il parto o in caso di emergenza. Nel corso dei decenni la donna ha fatto nascere circa 213 bambini, ha avuto due figli suoi e ne ha accolti e cresciuti altri tre, uno dei quali è recentemente tornato alla fattoria, insieme alla sua famiglia, dopo la morte del marito di Vicenta.
Anche dopo che, negli ultimi anni, ha smesso di fare l’ostetrica, le donne hanno continuato a rivolgersi a lei in caso di bisogno. Vicenta ricorda un episodio particolarmente straziante, in cui una donna nicaraguense si è presentata alla sua porta con sette figli al seguito, in cerca di lavoro e di un posto sicuro dove stare dopo che il marito l’aveva aggredita con un martello.
Innumerevoli episodi simili hanno portato Vicenta a fondare l’AMECUP, un acronimo in lingua spagnola che indica l’Associazione delle Donne Imprenditrici di Upala, un’organizzazione dedicata alla difesa delle donne e dei loro diritti.
“Senza conoscere i propri diritti”, sostiene Vicenta “non si può vivere a testa alta”.
Il lavoro dell’AMECUP si concentra, in parte, sulle regolari “pause caffè pomeridiane”, durante le quali le donne si riuniscono nella fattoria di Vicenta e parlano apertamente di argomenti tabù, come la violenza di genere. Quando individuano le vittime di tali violenze, i membri dell’associazione si adoperano per trovare la soluzione migliore, che si tratti di terapia di coppia o della ricerca di una sistemazione sicura.
Vicenta fornisce un’abitazione temporanea alle donne che decidono di abbandonare relazioni violente, o le indirizza ad agenzie governative o ONG. La mancanza di lavoro nella regione spesso costringe le donne a rimanere in tali relazioni. Per questo l’AMECUP fornisce alle sopravvissute le competenze necessarie per avviare piccole attività in proprio, organizzando laboratori su mestieri come la panificazione o la produzione di sapone.
Le donne fuggite dal Nicaragua sono particolarmente vulnerabili alla violenza di genere, afferma Vicenta. Spesso hanno attraversato il confine senza documenti, con i pochi effetti personali che hanno potuto portare con sé e con i bambini al seguito.
“(Vicenta) è una persona molto speciale”, ci dice Yamileth García, il primo sindaco donna di Upala. “Ha un cuore nobile e questo desiderio, questo dono di poter aiutare il prossimo, in particolare chi viene dal Nicaragua”.
Vicenta ha donato parte della sua proprietà alla causa. Le fave di cacao coltivate nella sua piantagione biologica sono la materia prima per un’ampia gamma di prodotti: dalla granella e barrette di cioccolato, al tè e al “vino di cacao”, fino a prodotti di bellezza come creme idratanti per il viso e lucidalabbra. L’Associazione raccoglie fondi vendendo i prodotti con il marchio Cacaotica e, in cambio, i membri della cooperativa contribuiscono alla cura dei 3.000 alberi della piantagione, che richiedono molta manodopera.
“Ciò che mi sprona è l’amore che provo per gli altri”, afferma Vicenta, i cui ricordi da giovane la aiutano a immedesimarsi nelle persone rifugiate e richiedenti asilo che ora fuggono dal Nicaragua. “Mi sembra di vivere in prima persona i loro problemi… Ho avuto le stesse difficoltà quando sono arrivata qui… È questo che mi sprona e mi emoziona”.
Lavorare con Vicenta e le altre donne dell’AMECUP è stata una manna dal cielo per Carmen*, 38enne nicaraguense madre di tre figli fuggita dalle persecuzioni in patria con i figli, le sorelle e la madre.
“È un modello per noi”, dice Carmen. Con l’aiuto di Vicenta e delle altre donne, spiega, è riuscita finalmente a sottrarsi a una relazione violenta e a contribuire al sostentamento della sua famiglia producendo e vendendo saponi artigianali. “Mostra alle donne come imparare un mestiere e diventare autosufficienti, in modo da non dipendere dagli altri”.
Alla domanda se avesse mai temuto che il suo lavoro potesse metterla in pericolo, Vicenta racconta di essere stata minacciata dal marito di una donna a cui aveva dato rifugio.
“Gli ho detto: “Beh, se devo morire per qualcosa, sarà per difendere le donne”, ricorda, aggiungendo: “Ho dato tutta me stessa, ho dedicato la mia vita ad (aiutare) le donne a fuggire dalla violenza”.
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