Quando i rifugiati raggiungono un paese sicuro, per la maggior parte di loro la prima preoccupazione è trovare un lavoro, un passo fondamentale verso la ricostruzione di un futuro nel segno della dignità. Tuttavia per i rifugiati in Italia l’accesso al mercato del lavoro o il riconoscimento delle proprie capacità si è dimostrato molto difficile.
Per affrontare questi problemi, dal 2016 l’UNHCR lavora sull’inclusione dei rifugiati nel mercato del lavoro in Italia con una serie di iniziative, come il progetto Welcome – Working for refugee integration, con un approccio sociale complessivo che include il settore privato, le istituzioni nazionali, le amministrazioni locali, le fondazioni, le organizzazioni sindacali e le imprese, i comuni, il terzo settore e molte altre reti, in linea con il Global Compact sui rifugiati.
“L’inclusione lavorativa non è solo la chiave dell’autosufficienza”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino. “I rifugiati stessi ci raccontano che la mancanza di accesso a un impiego qualificato si dimostra il maggiore ostacolo all’integrazione nel paese”.
Da questo punto di partenza, nel giugno 2022 l’UNHCR in Italia ha lanciato una partnership innovativa con Assolavoro, l’associazione nazionale delle agenzie per l’impiego.
Assolavoro ha firmato un accordo cruciale con tre sindacati per stanziare 45 milioni di euro per la promozione dell’inclusione dei rifugiati nella forza lavoro. Tra le misure previste ci sono corsi di lingua, formazione professionale, valutazione delle competenze, sostegno all’abitazione, contributi per asili nido, sostegno psicologico e sostegno all’istruzione. Grazie alla cooperazione con l’UNHCR è stato creato un sito multilingue in italiano, francese, inglese e ucraino per informare i rifugiati di tutte le opportunità disponibili.
“La sinergia tra attori diversi può avere un forte impatto positivo per tutti, per i rifugiati e per la società intera. Insieme stiamo dimostrando ciò di cui l’UNHCR è convinto da sempre: che le capacità e le professionalità che i rifugiati portano con sé possono rappresentare un valore aggiunto per le imprese che operano in Italia”, continua Chiara Cardoletti.
Il progetto include anche il sostegno finanziario per quei lavoratori che ospitano rifugiati o beneficiari della protezione temporanea, per una durata massima di tre mesi. Questa misura è stata ideata a specifico vantaggio di quei lavoratori che ospitano persone in fuga dall’Ucraina. L’Italia ospitava la popolazione più numerosa di residenti ucraini di tutta l’Europa prima del conflitto e dal 24 febbraio ha visto un afflusso di oltre 140.000 persone, che in gran parte intendono riunirsi a parenti o amici.
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