Alla fine del 2019, l’energia e l’ottimismo del primo Forum globale sui Rifugiati hanno creato un’atmosfera di attesa per gli anni a venire. C’erano grandi aspettative per le azioni da intraprendere per raggiungere gli obiettivi del Global Compact sui Rifugiati e per la realizzazione dei 1.400 impegni presi al Forum.
A un anno di distanza, il contesto in cui tali impegni sono stati assunti è cambiato radicalmente. Il COVID-19 ha messo a dura prova gli standard internazionali di protezione dei rifugiati. Al di là della grave minaccia per la salute, la pandemia ha intensificato problemi già esistenti – riducendo l’accesso all’istruzione o ai mezzi di sussistenza, bloccando gli obiettivi di reinsediamento e aumentando le vulnerabilità delle persone costrette a fuggire.
Ma la pandemia ha anche evidenziato l’importanza del principio alla base del Global Compact sui Rifugiati: lo spirito di solidarietà per lavorare insieme, condividere le responsabilità e garantire che le persone costrette a fuggire siano incluse nelle risposte nazionali.
Gli stimolanti aggiornamenti sui progressi condivisi dai soggetti impegnati nel Forum offrono un chiaro segno che la comunità internazionale continua a sostenere con coraggio questo principio. Finora, l’UNHCR ha ricevuto aggiornamenti per oltre un terzo degli impegni presentati al Forum Globale sui Rifugiati e al Segmento di alto livello sull’apolidia.
Più del 70% di questi impegni sono in corso, mentre il 15% rimane in fase di pianificazione. È un segno incoraggiante notare che 71 impegni sono già stati rispettati nel 2020.
Dietro queste cifre ci sono innumerevoli esempi di Stati, ONG, organizzazioni della società civile, settore privato, mondo accademico, attori umanitari e molti altri stakeholder che si sono impegnati a rispettare i loro impegni nei confronti dei rifugiati e delle comunità che li ospitano.
Dal Costa Rica all’Azerbaigian, i governi hanno incluso i rifugiati nei loro sistemi sanitari nazionali per garantire che nessuno venga lasciato indietro nella risposta al COVID-19.
Di fronte alla chiusura delle scuole in tutto il mondo, gli sforzi di advocacy si sono intensificati per porre un forte accento sull’inclusione dei rifugiati nei piani nazionali per l’istruzione. Mantenendo fede ai loro impegni per l’inclusione, il progetto comune dell’UNICEF e dell’UNHCR per i bambini rifugiati ha l’obiettivo di riportare l’accesso all’istruzione a un livello che superi del 17% quello pre-COVID, mentre il rapporto di Save the Children “Save Our Education” fornisce un’analisi vitale dell’impatto della pandemia sull’istruzione, anche per i rifugiati.
Sebbene quest’anno le diffuse restrizioni agli spostamenti abbiano interrotto i progressi verso gli obiettivi di reinsediamento globale, diversi paesi hanno rispettato gli impegni presi con la strategia triennale sul reinsediamento e i percorsi complementari. La Finlandia, per esempio, ha mantenuto la sua promessa aumentando il suo obiettivo di reinsediamento per il 2020 a 850 rifugiati e quello del 2021 a 1.050 rifugiati.
Come parte del suo impegno a fornire 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti dedicati ai governi che ospitano i rifugiati, il Gruppo della Banca mondiale si è impegnato a rendere disponibile fino a 1 miliardo di dollari di sovvenzioni per garantire che i rifugiati siano inclusi negli sforzi di risposta al COVID-19 dei paesi che li accolgono.
“Le lezioni apprese dalla pandemia saranno vitali per anticipare l’impatto dell’emergenza climatica”.
Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come gli impegni presi nei confronti del Global Compact sui Rifugiati forniscano gli strumenti necessari per rispondere e adattarsi alle emergenze. Il Dialogo dell’Alto Commissario di quest’anno ha offerto una ricca serie di conversazioni che hanno messo in evidenza le buone pratiche per garantire che la pandemia sanitaria non diventi una pandemia di protezione. Guardando al futuro, le lezioni apprese dalla pandemia saranno fondamentali per anticipare l’impatto dell’emergenza climatica, e di altre potenziali crisi, sulle persone costrette a fuggire.
L’innovazione non sarà solo la chiave per affrontare l’impatto del cambiamento climatico, ma anche per fornire energia verde negli insediamenti di rifugiati. È stimolante vedere l’entusiasmo dietro il piano decennale della Clean Energy Challenge, guidata dalla Norvegia e lanciata al Forum Globale sui Rifugiati. Nel corso del 2020, i suoi membri sono passati da 30 a 250 tra Stati, settore privato, società civile e organizzazioni internazionali, tutti uniti per sviluppare soluzioni energetiche pulite e moderne per le persone costrette a fuggire. In Giordania, nel marzo 2020 si è svolto un “hackathon” che ha invitato i rifugiati a trovare soluzioni sostenibili per generare energia pulita nei campi dove vivono. Le idee creative nate da questo evento dimostrano perché i rifugiati dovrebbero sempre partecipare allo sviluppo di soluzioni per soddisfare le loro necessità.
“I rifugiati dovrebbero sempre partecipare allo sviluppo di soluzioni per soddisfare le loro necessità”.
Ulteriori iniziative lanciate al Forum mostrano segnali positivi di progresso. Le Piattaforme regionali di sostegno hanno continuato a collaborare per innovare le risposte regionali alle migrazioni forzate, aumentando e diversificando i loro membri per includere sia i paesi ospitanti che quelli donatori e altri partner strategici. Il sostegno dell’Unione Europea ha contribuito in modo significativo a far progredire queste soluzioni regionali – un esempio di come la cooperazione con i partner di sviluppo stia già catalizzando l’attuazione del Global Compact sui Rifugiati ampliando la base di sostegno. La Germania, attraverso la BMZ, ha facilitato gli sforzi per rafforzare il nesso aiuti umanitari-sviluppo-pace in situazioni di migrazioni forzate, e l’UNHCR sta lavorando con le banche multilaterali di sviluppo per trovare nuove opportunità di sostegno a livello globale, regionale e nazionale.
Sostenere lo sforzo dell'”intera società” racchiuso dal Forum è la chiave per dare vita al Global Compact sui Rifugiati. È importante notare che, poiché la maggior parte dei rifugiati attualmente vive nei centri urbani, le città così come gli Stati avranno un ruolo vitale. In linea con l’impegno assunto al Forum Globale sui Rifugiati, la città di San Paolo, Brasile, ha lanciato in agosto il suo primo Piano Comunale di Politiche Pubbliche per i Rifugiati e i Migranti – un’iniziativa pionieristica che ha come fulcro l’inclusione dei rifugiati. Ci auguriamo che il ruolo di reti cittadine dinamiche permetta a più comuni di seguire questo esempio.
Il Global Compact riconosce che l’apolidia può essere sia una causa che una conseguenza della fuga dei rifugiati. Nonostante l’impatto del COVID-19 sugli sforzi legati all’apolidia, sono stati fatti notevoli progressi nell’anno successivo al Segmento di alto livello sull’apolidia e al Forum Globale sui Rifugiati. Finora sono stati attuati almeno 17 impegni, tra cui: l’adesione alle Convenzioni ONU sull’apolidia da parte di Malta e della Macedonia settentrionale; l’istituzione di una procedura di determinazione dell’apolidia in Costa d’Avorio e in Kazakistan; la firma di una legge di amnistia a favore degli apolidi in Tagikistan; l’adozione di piani d’azione nazionali per porre fine all’apolidia nella Repubblica Centrafricana, in Costa d’Avorio e in Ruanda.
Nel corso del 2020, il Gruppo di sostegno alle capacità di asilo ha lavorato con gli Stati per concretizzare gli impegni presi per migliorare le capacità di asilo, e sono state confermate alcune unioni di successo, associando le richieste di sostegno con l’assistenza tecnica, materiale o finanziaria degli Stati. Tra queste, i partenariati tra Francia e Niger, Francia e Ciad, Canada e Messico.
Mentre ci avviciniamo al nuovo anno, c’è molto da festeggiare, pur riconoscendo le sfide affrontate in quello che è stato certamente un anno storico per la protezione dei rifugiati. Dal 18 al 27 gennaio 2021, il Global Academic Interdisciplinary Network ospiterà la conferenza accademica virtuale “70 anni di protezione delle persone costrette a fuggire”, con sessioni di istituzioni con sede in Africa, America, Europa, Medio Oriente e Nord Africa, Asia e regioni del Pacifico. Inoltre, l’incontro dei funzionari di alto livello del 14-15 dicembre 2020 rappresenta l’occasione per fare il punto sui progressi compiuti a metà strada tra il primo Forum Globale sui Rifugiati e il prossimo. Come pietra miliare nell’attuazione dell’approccio definito nel Global Compact sui Rifugiati, sarà un momento essenziale per rivedere l’impatto degli impegni e delle iniziative per informare la direzione del prossimo Forum Globale sui Rifugiati.
Guardando al futuro, le offerte di supporto tecnico, materiale o finanziario da parte dei donatori per sostenere gli impegni esistenti saranno di vitale importanza per la realizzazione di molti degli ambiziosi impegni presi al Forum. Questo sostegno è di fondamentale importanza per dimostrare il principio della condivisione degli oneri e della responsabilità, consentendo ai vari soggetti di unire i loro sforzi per avere un impatto tangibile. L’UNHCR continuerà a facilitare le opportunità nell’anno a venire e far avanzare i progressi laddove è necessario un maggiore sostegno.
I primi segnali di progresso che abbiamo visto, nonostante le sfide significative affrontate quest’anno, sono una testimonianza della volontà di mantenere gli impegni presi al Forum. Attendiamo con ansia di ricevere ulteriori aggiornamenti sui progressi fatti e di lavorare con tutti gli Stati e gli altri soggetti per continuare questo sforzo globale. La solidarietà è la chiave per costruire un futuro migliore per le persone costrette a fuggire.
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