Dominique, francese di 66 anni, è un’ex informatico che non ne vuole sapere di starsene a riposare a casa a godersi la pensione. Negli ultimi mesi, si è fatto conoscere nella “Giungla”, l’accampamento di rifugiati e migranti di Calais, come una sorta di ambasciatore culturale e impresario.
“In un primo momento non volevo venire, ora non riesco a non farlo. Una volta che si vedono i problemi che ci sono qui, non si può fare altrimenti. Essere volontari significa, prima di tutto, essere umani”.
Oggi, come quasi tutti i giorni, Dominique è venuto alla Giungla con un paio di generatori elettrici per fare in modo che i siriani, gli afghani e gli altri potessero caricare i loro telefoni e mettersi in contatto con le loro famiglie grazie ad applicazioni come Viber, WhatsApp e Facebook. Ha anche portato degli altoparlanti per collegare i telefoni e ascoltare un po’ di musica. E stasera proietterà un film per intrattenere i bambini rifugiati e migranti che vivono nella Giungla, che affettuosamente hanno soprannominato Dominique “Dom-Dom” o “Signor Generatore”.
Dominique non è l’unico volontario francese ad aiutare i rifugiati e migranti accampati nella Giungla. Sua moglie Nadine, o “Nana”, è un’artista, e ai rifugiati porta vernici e pennelli per insegnare loro ad esprimersi attraverso la pittura.
Questi volontari accolgono i rifugiati e migranti aiutandoli a migliorare la loro vita quotidiana, anche distribuendo cibo e vestiti. Molti dei rifugiati e migranti di Calais cercano di raggiungere il Regno Unito, alcuni invece restano in Francia e chiedono asilo. Ad oggi, nel 2015 sono state presentate circa 1.000 richieste di asilo a Calais. Le persone che vivono nella Giungla raccontano che il loro obiettivo principale è quello di trovare protezione e sicurezza.
Si stima che circa 3.000 rifugiati e migranti vivano nella Giungla, per la maggior parte provenienti da Siria, Afghanistan, Sudan ed Eritrea. Dominique viene a far loro visita dall’anno scorso.
Dominique e Nadine aiutano i rifugiati con i propri risparmi e con aiuti che ricevono da alcuni amici. Attraverso Ulule, una piattaforma di crowdfunding on-line, hanno anche raccolto più di 3.000 euro, serviti ad acquistare un secondo generatore, un secondo router, un abbonamento per un provider Internet e il carburante per i generatori.
“Nel 2014 ci fu uno sciopero della fame sul Quai de la Moselle” spiega Dominique, riferendosi a una zona di Calais dove alloggiavano rifugiati e migranti. Sua moglie Nadine ha iniziato a portare loro acqua, ma poi si sono sentiti obbligati a fare di più. Durante l’inverno la coppia ospita anche alcuni rifugiati e migranti nella propria casa. Spesso accompagnano all’ospedale persone malate o persone che si sono ferite tentando di attraversare il tunnel della Manica per raggiungere il Regno Unito.
Dominique e Nana hanno imparato molto con i rifugiati e i migranti. “Ogni giorno scopro cose nuove. Cuciniamo insieme. Quando ospitiamo afghani, ci cucinano il loro riso. È delizioso”.
Ma, ammettono, non è sempre facile.
“Abbiamo anche scoperto cose che ci hanno scioccati e fatti piangere. Abbiamo incontrato un ragazzo eritreo che è sopravvissuto a un naufragio sul Mar Mediterraneo. C’erano solo 150 sopravvissuti, e più di 500 morti. Aveva iniziato a bere. Lo abbiamo portato con noi a casa, poi gli abbiamo trovato una famiglia ospitante, ma luivoleva andare in Inghilterra. È stato straziante”.
“La maggior parte delle persone che arrivano qui sono fuggite dalla guerra. Non sono migranti economici. La soluzione è quella di risolvere i problemi nei paesi da cui provengono. Tutti loro hanno lo stesso sogno, che è quello di vivere nel proprio paese”.
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