Al Cairo, rifugiati provenienti da cinque diversi paesi lavorano insieme alla popolazione locale per rimuovere tonnellate di plastica dal Nilo e instaurare legami con la comunità egiziana.
C’è un ampio tratto del fiume Nilo, nel cuore del Cairo, dove centinaia di giovani lavorano per rimuovere rifiuti di plastica, accumulatisi in quantità tali da creare isolotti di spazzatura che galleggiano lungo la riva.
Insieme ai ragazzi c’è anche Mohammad, rifugiato siriano di 50 anni. Il viso madido di sudore, si fa strada nell’acqua fino alle caviglie, per recuperare sacchetti di plastica e cartoni di succhi di frutta appiattiti.
All’inizio Mohammad veniva solo per accompagnare sua figlia e la sua amica, perché non facessero da sole le due ore di viaggio da e verso casa. Poi, però, quel lavoro di pulizia collettiva ha riportato alla memoria i ricordi dell’infanzia a Damasco. Due volte all’anno, la famiglia di Mohammad partecipava alla pulizia del tortuoso fiume Awaj, che scorreva non lontano dalla loro casa, a sud della capitale siriana.
“Ho provato le stesse sensazioni di quando ero in Siria,” spiega Mohammad, fuggito dal conflitto con la moglie e cinque figli nel 2013. “Sono cresciuto vedendo i miei genitori pulire il fiume. Sono stati un esempio per me, un esempio che speravo di trasmettere ai miei figli. Purtroppo, però, quando siamo fuggiti dalla Siria erano ancora troppo piccoli.”
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Mohammad è tra i 50 rifugiati provenienti da Siria, Sudan, Etiopia, Somalia e Yemen che si sono offerti volontari per aiutare 800 membri della comunità egiziana a ripulire questo tratto del Nilo. Attualmente l’Egitto ospita 247.499 rifugiati e richiedenti asilo registrati, più della metà dei quali sono fuggiti dal conflitto che infuria in Siria ormai da otto anni.
La pulizia del fiume è stata organizzata da VeryNile, un’iniziativa locale che ha lo scopo di promuovere la consapevolezza ambientale e ridurre l’inquinamento provocato dalla plastica, sia tramite la raccolta dei rifiuti che altre attività eco-sostenibili.
Soprannominato la “linea della vita” dell’Egitto, il Nilo attraversa il deserto da sud a nord, rendendo fertile la terra che ne costeggia le rive. È inoltre la fonte principale di acqua dolce del paese, e garantisce il soddisfacimento di oltre il 90% del suo fabbisogno.
Tuttavia, l’aumento demografico e la crescente dipendenza economica dal fiume degli 11 paesi del bacino del Nilo ne stanno mettendo sempre più sotto pressione le risorse. Oltre al cambiamento climatico, infatti, l’inquinamento pone seri rischi per l’ecosistema del fiume.
L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, sostiene gli sforzi di pulizia del Nilo fornendo attrezzature e mobilitando volontari appartenenti alle diverse comunità di rifugiati presenti in Egitto.
All’ombra del ponte Abbas, Mawadda e Omar, rifugiati sudanesi, raccolgono e rimuovono i rifiuti dall’acqua con grandi rastrelli. Poco più che ventenni, i due amici sono gli ideatori di un’iniziativa finalizzata ad aiutare i giovani rifugiati sudanesi a intrecciare legami con le comunità locali.
Attraverso la partecipazione all’attività di pulizia del Nilo insieme ai giovani egiziani, Omar spera di inviare un messaggio positivo sui rifugiati. “I nostri sforzi possono cambiare la percezione che la gente ha di noi,” dice. “Oggi i volontari andranno a casa e diranno ai loro genitori che rifugiati appartenenti a diverse comunità li hanno aiutati a pulire il Nilo, e questo potrà migliorare la considerazione che hanno di noi.”
Per Sarah Hassan, egiziana di 34 anni, lavorare accanto ai rifugiati è stata un’esperienza positiva. “È la prima volta che partecipo a un’iniziativa insieme ai rifugiati,” afferma. “Aiutandoci a pulire il fiume, hanno contribuito a evitare gli effetti dannosi dell’inquinamento per la popolazione.”
A fine giornata, i volontari hanno rimosso 11.5 tonnellate di rifiuti dal Nilo, raccolti in enormi mucchi prima di essere trasportati verso un punto di riciclo al Cairo. Oltre ai benefici per l’ambiente, l’iniziativa ha reso possibili maggiore comprensione e amicizia tra rifugiati e membri delle comunità ospitanti.
“L’Egitto ha fatto qualcosa di molto importante per noi, e volevamo fare qualcosa per sdebitarci,” afferma Mohammad.
L’UNHCR lavora con il Governo egiziano, altre Agenzie dell’ONU e ONG per aiutare rifugiati e richiedenti asilo nel paese ad accedere a servizi fondamentali quali cure mediche, istruzione e formazione professionale. L’Agenzia promuove inoltre la coesione sociale tra rifugiati e comunità ospitanti in collaborazione con le istituzioni locali.
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