Soccorsi dalla Guardia Costiera italiana, rifugiati e migranti denunciano lavori forzati e schiavitù.
NAVE DATTILO DELLA GUARDIA COSTIERA ITALIANA, Mar Mediterraneo – Mamodou Oba dalla Guinea, salvato dopo giorni alla deriva su di un’imbarcazione, ha voluto mettere in guardia tutti coloro che vogliono provare a fuggire dalla povertà e dai conflitti nell’Africa sub-sahariana contro i pericoli che si nascondono dietro le rotte terrestri dirette verso l’Europa.
“Non consiglio a nessuno di entrare in Libia. Lì si muore per niente” ha raccontato ai soccorritori.
Seduto sul ponte della nave Dattilo della Guardia Costiera italiana, a circa 50 chilometri dalle coste nordafricane, subito dopo essere stato salvato, ha aggiunto di essere stato rapito, privato del cibo e picchiato per tre settimane prima di lasciare la Libia.
Secondo i rapporti dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, dall’inizio dell’anno circa 100.000 rifugiati e migranti come Mamodou hanno attraversato il Mar Mediterraneo per raggiungere l’Italia.
Seduto nel mezzo di un gruppo di 99 persone recuperate dalla Dattilo, dice che le persone vengono vendute e comprate per poco più di 300 dollari. “Se rimani, ogni giorno ti fanno delle brutte cose. Un giorno, prima o poi, ti uccidono”.
L’UNHCR stima che in Libia oltre 1.3 milioni di persone hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria e chiede la cessazione del regime di detenzione per migranti, rifugiati e altre persone vulnerabili e l’accesso umanitario senza restrizioni all’interno del paese.
La testimonianza di Mamadou ci è arrivata grazie a Lucia Guidolin, medico volontario per la guardia costiera italiana. Lucia racconta che molti tra i rifugiati e i migranti che lei stessa ha visitato dopo che erano stati tratti in salvo nel Mediterraneo, hanno subito gravi violenze, fisiche e psicologiche.
Lucia si è imbattuta in uno di questi casi tra le persone salvate che erano a bordo della Dattilo. L’ivoriano Abdullah Touré le ha raccontato di essere stato rapito e torturato da un gruppo armato per mesi. “Ci minacciavano affinché dessimo loro dei soldi, altrimenti ci avrebbero ucciso. Hanno preso una pistola e sparato vicino alle mie orecchie. Bum! Bum! Bum! Adesso non riesco più a sentire. Sono qui in questo stato.”
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