Durante una visita di due giorni in Colombia, l’Inviata Speciale dell’UNHCR ha incontrato rifugiati, rimpatriati e ufficiali governativi per valutare l’impatto umano di un esodo le cui proporzioni continuano ad aumentare.
MAICAO, Colombia – Davanti alla situazione di più di 4 milioni di venezuelani in esilio, l’Inviata Special dell’UNHCR Angelina Jolie ha lanciato un appello per un’accresciuta leadership, più umanità e maggior supporto ai paesi che subiscono maggiormente le conseguenze della crisi.
“Per milioni di venezuelani è questione di vita o di morte,” ha dichiarato la Jolie davanti ai giornalisti durante la conferenza stampa tenutasi al Centro di Attenzione Integrale di Maicao, in Colombia. “Non è possibile attribuire un valore al supporto che Colombia, Perù ed Ecuador stanno fornendo al popolo venezuelano, perché è questo il fondamento dell’essere umani.”
Ha poi aggiunto che oggi, nel mondo, “abbiamo più che mai bisogno di umanità, e di persone che non hanno paura di assumersi responsabilità e di dare prova di leadership.”
La visita della Jolie a Maicao è avvenuta a conclusione di un viaggio di due giorni in Colombia, paese al quale l’Inviata Speciale ha desiderato fare ritorno a lungo, sin dal 2002, quando ha incontrato rifugiati nel vicino Ecuador in fuga da decenni di conflitto. Ha poi fatto ritorno in Ecuador nel 2010 e nel 2012, per incontrare dei rifugiati colombiani. Quest’ultima in Colombia è stata la sessantacinquesima missione di Angelina Jolie con l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, a partire dal 2001, e qui è stata raggiunta da Kelly Clements, Vice Alto Commissario dell’Agenzia, che aveva appena trascorso tre giorni con i rifugiati colombiani in Ecuador.
Mentre parlava ai giornalisti, Angelina Jolie si trovava a meno di dieci chilometri dal confine, in un centro che accoglie i rifugiati venezuelani fino a un massimo di 30 giorni. Conosciuto come “Centro di Attenzione Integrale”, ospita 350 persone particolarmente vulnerabili e fornisce loro riparo, cibo, assistenza legale, attività per bambini, valutazioni mediche e supporto psicosociale.
Il centro è stato aperto a marzo dall’UNHCR e dal governo colombiano, ma i piani per incrementarne la capacità di accoglienza fino a 1.400 persone sono bloccati per via di un deficit di finanziamenti pari al 79 per cento del totale, cosa che ha rallentato la risposta umanitaria nell’intera regione, mettendo a rischio milioni di persone.
Nel centro, la Jolie ha incontrato una famiglia che ha attraversato il confine nel mese di aprile. Maria, 41 anni, madre single di sei figli, ha raccontato di come ha venduto il tetto in metallo della loro casa in Venezuela per comprare vestiti e scarpe per i suoi figli, perché potessero affrontare il viaggio a piedi per arrivare in Colombia.
“I tuoi figli ripenseranno a questi momenti come a quelli in cui li hai davvero salvati,” le ha detto la Jolie.
Prima ancora, l’Inviata Speciale aveva incontrato il Presidente colombiano Iván Duque a Cartagena, occasione in cui ha espresso la sua gratitudine nei confronti del governo e del popolo colombiano per aver risposto alla crisi venezuelana con “una generosità davvero straordinaria”, soprattutto perché allo stesso tempo impegnati a realizzare un progetto di pace dopo cinque decenni di violenze all’interno del paese.
Angelina Jolie ha iniziato la visita venerdì in un centro a Riohacha dove sono accolti giovani colombiani e venezuelani che hanno subito abusi sessuali o che sono stati vittime di tratta, un pericolo che molti giovani devono affrontare durante i loro spostamenti in questa regione di confine, una delle più povere della Colombia.
“Qui ci proteggono,” afferma una ragazza colombiana di 17 anni accolta nel centro, aperto all’inizio di quest’anno con il supporto dell’UNHCR e dei suoi partner. “Ci aiutano, si prendono cura di noi. Mi sento rispettata e orgogliosa.”
[huge_it_slider id=”84 “]
L’Inviata Speciale ha inoltre visitato Brisas del Norte, un insediamento informale che accoglie centinaia di famiglie colombiane e venezuelane. I colombiani sono ex-rifugiati che hanno fatto ritorno al loro paese per fuggire dalla crisi politica ed economica che oggi attanaglia il Venezuela, lo stesso motivo che oggi costringe i venezuelani a cercare rifugio in Colombia.
Linda Lopez, una donna venezuelana di 60 arrivata un mese fa, ha raccontato la sua esperienza alla Jolie descrivendo i pericoli che doveva affrontare a casa. “Le persone muoiono di fame,” ha spiegato, tra le lacrime. “Tutta la mia famiglia è fuggita.”
Arroccato su un promontorio sabbioso della costa caraibica, l’insediamento gode di una posizione incantevole, ma le condizioni di vita sono molto difficili. Gli abitanti vivono in case semplici, costruite con legno riciclato e lamiere di zinco ondulate.
Rocio, nata in Colombia ma vissuta per molti anni in Venezuela, ha raccontato ad Angelina Jolie delle difficoltà dalle quali è fuggita. “Era impossibile ricevere medicine, cibo, istruzione. L’ultima volta che mi sono messa in fila per la distribuzione di cibo ho dovuto aspettare 18 ore.”
Una vicina, Yoryanis Ojeda, 35 anni, racconta di essere dovuta fuggire per motivi simili. “Quando arrivi al punto di non essere più in grado di dar da mangiare ai tuoi figli, capisci di non poter andare avanti.”
Condividi su Facebook Condividi su Twitter