Due anni fa Fatima è stata costretta a fuggire a oltre 100km di distanza a causa dell’intensificarsi del conflitto nella provincia di Bamyan, nella regione montuosa degli Altipiani centrali dell’Afghanistan.
Quando finalmente ha potuto fare ritorno a casa sua madre e suo fratello erano fuggiti in Iran e lei era sola con i suoi bambini in cerca di un posto sicuro in cui trovare riparo.
Negli ultimi otto mesi, quel posto è stato una grotta secolare sul fianco di una collina, vicino al luogo in cui sorgevano gli antichi Buddha di Bamyan, due sculture monumentali del VI secolo distrutte nel 2001. La grotta è piccola ma offre un riparo dal rigido inverno.
“All’epoca mi trovavo in una situazione terribile: era difficile dare da mangiare ai bambini. Pensavo che l’unica soluzione fosse affidare uno dei miei figli a mio fratello in Iran. È stata la decisione più difficile che abbia mai preso. Forse mio figlio ha una possibilità migliore, un futuro migliore con mio fratello… ma è così difficile.”
Il team di UNHCR ha trovato la famiglia in condizioni disastrose e l’ha inserita nel programma di assistenza economica diretta. Il sostegno dei donatori come te si è così trasformato in una piccola somma di denaro con cui Fatima ha potuto acquistare quello di cui avevano bisogno lei e i suoi bambini durante l’inverno più freddo degli ultimi quaranta anni.
“Tutto quello che vedete qui, l’ho potuto acquistare grazie all’assistenza economica fornita da UNHCR, se non avessi ricevuto questo aiuto, la mia situazione sarebbe stata terribile”.
Fatima purtroppo non è la sola a vivere in condizioni di estrema vulnerabilità. Anche se gli abitanti della provincia di Bamyan – una delle regioni più fredde dell’Afghanistan – sono abituati a inverni rigidi, quest’anno è stato il più freddo degli ultimi dieci anni e il clima estremo ha colpito duramente le persone più povere e vulnerabili come Fatima, aggiungendosi ai milioni di afghani che già vivevano in condizioni di sofferenza.
Si prevede che nel 2023 un numero record di 28,3 milioni di persone – circa due terzi della popolazione – avrà bisogno di assistenza umanitaria, di cui 6 milioni già pericolosamente vicini alla carestia.
*Per motivi di sicurezza i nomi non sono reali
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