Dopo aver perso le loro fonti di reddito durante il COVID-19, i rifugiati e i migranti venezuelani sfrattati dalle loro case sono ora più a rischio che mai.
Il crollo delle economie informali e la perdita di posti di lavoro in tutta l’America Latina durante il lockdown nel 2020 hanno portato molti rifugiati e migranti dal Venezuela a non poter pagare l’affitto, restando di conseguenza senza casa, secondo una nuova rappresentazione grafica dei dati pubblicata lunedì.
Una combinazione di violenza, insicurezza e mancanza di cibo, medicine e altri servizi in Venezuela ha costretto più di 5,9 milioni di persone a fuggire dal paese ad oggi, creando una delle più grandi crisi di rifugiati nel mondo. Più dell’80% è fuggito in altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi, con la Colombia e il Perù che ospitano la maggioranza delle persone in fuga.
La nuova rappresentazione grafica dei dati – No home away from home – è stata prodotta dai partner della Piattaforma di coordinamento inter-agenzia per i rifugiati e i migranti dal Venezuela (R4V), con il sostegno dell’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, sulla base di un sondaggio del 2020 ai rifugiati e migranti venezuelani che erano stati sfrattati o avevano ricevuto un avviso di sfratto. Tre quarti di coloro che hanno perso la loro casa sono finiti a vivere per strada. Un impressionante 80 per cento degli sfrattati erano donne, di cui più della metà erano l’unica fonte di sostentamento della loro famiglia.
“La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente aggravato le già delicate condizioni di vita dei rifugiati e dei migranti dal Venezuela. Oltre ai gravi impatti sulla salute, la crisi sanitaria ha causato interruzioni economiche ed esacerbato i rischi di protezione”, ha detto Eduardo Stein, Rappresentante speciale congiunto UNHCR-IOM per i rifugiati e i migranti venezuelani, a dicembre.
Oltre a perdere la casa, molte famiglie sfrattate hanno poi affrontato un rischio maggiore di esposizione al virus e hanno trovato più difficile accedere ai servizi di base, compresi acqua e servizi igienici. Altri rischi associati includevano la discriminazione e la xenofobia – specialmente contro coloro che sono costretti a vivere per strada – l’esposizione alla violenza, e i bambini che abbandonano la scuola o vengono reclutati da gruppi armati e dalla criminalità organizzata.
Oltre ai loro precari mezzi di sussistenza, un fattore chiave che rende gli sfollati venezuelani vulnerabili allo sgombero forzato è l’assenza di contratti d’affitto formali per più di tre quarti degli intervistati, che li lascia esposti allo sfruttamento e agli abusi dei proprietari.
I dati mostrano che solo un terzo delle famiglie sfrattate e un quinto di quelle a rischio di perdere la casa hanno ricevuto una qualche forma di assistenza per evitare lo sfratto, come sussidi per l’affitto o assistenza legale.
Sulla base dei risultati, i partner di R4V hanno chiesto ai donatori internazionali di stanziare risorse per migliorare l’accesso a un alloggio adeguato per gli sfollati venezuelani, e alle organizzazioni in loco di concentrare l’assistenza sulle famiglie che sono state sfrattate o su quelle a rischio imminente.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter