In Ruanda, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi ha visitato una struttura che offre un percorso sicuro per lasciare la Libia a rifugiati e richiedenti asilo, tra cui una coppia somala che ha affrontato detenzione e abusi.
La coppia aveva vissuto una prova straziante. Nel loro viaggio per trovare sicurezza, i rifugiati dalla Somalia si sono trovati bloccati in Libia, dove hanno affrontato orribili abusi in detenzione.
“Quando siamo arrivati in Libia, eravamo preoccupati di essere in detenzione e che non saremmo mai tornati liberi”, ha detto Zainab. “Avevo sentito dire che il Ruanda era un posto sicuro e che accoglievano i rifugiati”.
La coppia e la loro figlia, che è nata in Libia, sono stati tra i primi rifugiati e richiedenti asilo ad essere evacuati in Ruanda nell’ambito di un meccanismo umanitario salvavita stabilito quasi due anni fa dal governo ruandese, dall’Unione Africana e dall’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, sostenuta da donatori internazionali come l’Unione Europea.
Sono stati portati al Meccanismo di Transito di Emergenza (ETM) a Gashora, in Ruanda, dove l’UNHCR ha fornito loro alloggio, cibo, acqua, assistenza medica, supporto psicosociale e corsi di lingua.
Da quel volo iniziale, circa 515 rifugiati e richiedenti asilo sono stati evacuati dalla Libia all’ETM. Il gruppo rimane nella struttura di transito mentre si cercano soluzioni a lungo termine. Dal gruppo, finora almeno 260 rifugiati e richiedenti asilo sono stati reinsediati in paesi tra cui Canada, Francia e Norvegia.
Durante una visita di tre giorni in Ruanda, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Filippo Grandi ha visitato il centro e ha incontrato Abdulbasit e Zainab, oltre ad altri rifugiati, che hanno descritto i loro viaggi e la vita nell’ETM.
“Ho parlato con alcuni adolescenti non accompagnati; ho parlato con una famiglia somala. Molti di loro hanno storie strazianti di abusi e torture, anche di lunga detenzione e incertezza, di disperazione, e questo è un momento in cui possono anche cercare di superare parte di quel trauma”, ha detto Grandi.
L’Alto Commissario ha elogiato il governo del Ruanda e il Niger, l’altro paese che accoglie i rifugiati e i richiedenti asilo evacuati dalla Libia, per la loro continua solidarietà e generosità, dando speranza ai richiedenti asilo e ai rifugiati vulnerabili in Africa che hanno estremo bisogno di protezione e sicurezza.
“Voglio davvero ringraziare in modo particolare il governo del Ruanda”, ha detto Grandi, che ha anche incontrato il presidente del paese a Kigali durante il viaggio. “È stata un’iniziativa del presidente Kagame a lanciare l’ETM in Ruanda alcuni anni fa, e naturalmente continueremo ad avere bisogno di questo meccanismo finché la situazione in Libia continuerà ad essere difficile come lo è ora”.
La vita in Ruanda ha portato sicurezza e tranquillità ad Abdulbasit e Zainab. La coppia ha recentemente accolto una seconda figlia. Dopo cinque anni di fuga costante, pericolo e incertezza, Abdulsabit è fiducioso che la sua giovane famiglia raggiungerà presto la prossima, e ultima, tappa del loro viaggio verso una nuova casa permanente.
“Sono molto felice”, ha detto Abdulbasit. “Come padre, sono responsabile della mia famiglia. Ero molto preoccupato perché stavamo aspettando il nostro caso di reinsediamento. Ma non mi sono mai arreso e ho sempre detto anche a mia moglie di non arrendersi”.
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