Nel nord della Giordania, la famiglia di Hilal, rifugiato siriano, fa affidamento sugli aiuti umanitari per affrontare l’ inverno. Milioni di altre persone nella regione hanno bisogno di assistenza.
Il calore estivo del deserto settentrionale della Giordania ha da tempo lasciato il posto alle fredde notti invernali. Hilal, 44 anni, si prepara per il suo quinto inverno in esilio dopo essere fuggito dal lungo conflitto in corso in Siria.
Con la pioggia e le temperature gelide, Hilal affronta ulteriori difficoltà e spese per mantenere la sua famiglia al caldo e all’asciutto. Si consola con il pensiero che nulla potrebbe essere peggiore dei due inverni che hanno trascorso come sfollati in Siria durante la guerra, dopo essere fuggiti dalla loro casa a Homs.
“L’inverno qui è duro, freddo e costoso”, ha detto. “Ma l’inverno in Giordania è migliore di quelli trascorsi in Siria durante la guerra. Raccoglievamo legna da bruciare in un secchio di metallo per riscaldarci”.
Oggi la casa della famiglia è una struttura di cemento a un solo piano, situata in una zona polverosa e desolata alla periferia di Mafraq. Mafraq è la città con la più alta concentrazione di rifugiati siriani in Giordania.
Nessuna delle stanze in cemento nudo ha porte, mentre dalle finestre e dal tetto entrano in casa pioggia e gelo. Hilal ha sistemato teloni di plastica e coperte sopra le finestre e sugli stipiti delle porte, ma la famiglia ha solo una stufa a gas per il calore, e anche quello deve essere razionato.
“Quando fa freddo in inverno, accendo la stufa per un’ora finché non sento che la stanza è calda, quindi la spengo di nuovo per risparmiare un po’ di gas, perché altrimenti consumeremmo troppo”, ha spiegato . Hilal e sua moglie Nouhad coprono i figli con vestiti e coperte extra durante le lunghe notti invernali.
Come la stragrande maggioranza dei 670.000 rifugiati siriani registrati in Giordania, la famiglia di Hilal vive al di sotto della soglia di povertà. La famiglia fa affidameno sull’assistenza internazionale per sopravvivere. I 155 dinari giordani (218 USD) in assistenza in denaro che ricevono ogni mese dall’UNHCR coprono a malapena l’affitto e le bollette, e non rimane nulla per coprire i costi aggiuntivi dell’inverno.
Di conseguenza, sono tra i più di 328.000 rifugiati siriani che vivono in Giordania che l’UNHCR intende aiutare quest’anno con un pagamento in contanti una tantum da 200 a 340 dinari (282-480 USD). Sarà inoltre fornita assistenza a 32.000 rifugiati provenienti dall’Iraq e di altre nazionalità. Il denaro può essere utilizzato per acquistare gas per il riscaldamento, coperte e scarpe e vestiti invernali.
In tutta la regione, l’UNHCR mira a fornire assistenza salva-vita a 3,5 milioni di rifugiati siriani e iracheni vulnerabili e agli sfollati interni durante l’inverno.
Dei 180 milioni di dollari richiesti per la risposta invernale regionale di quest’anno, finora sono stati ricevuti 148 milioni di dollari dai donatori, comprese grandi donazioni da Stati Uniti e Germania. Tuttavia, l’UNHCR sta cercando urgentemente di colmare il divario di 32 milioni di dollari USA per assicurare che milioni di rifugiati e sfollati siriani, iracheni e di altre nazionalità ottengano il sostegno di cui hanno disperatamente bisogno.
In Giordania, oltre a pagamenti in contanti per oltre 79.000 famiglie, l’UNHCR sta anche investendo in riparazioni per rifugi e sistemi di drenaggio a Za’atari, il più grande insediamento di rifugiati del paese, a pochi chilometri da Mafraq.
Hilal ha detto che l’aiuto extra in inverno è essenziale per il benessere della sua famiglia, in particolare per la figlia di 11 anni. “L’assistenza invernale è molto utile per mia figlia Milyar. Ci aiuta a comprare coperte e vestiti per tenerla al caldo perché soffre di asma, e il clima invernale è ancora più duro per lei “, ha detto.
A causa delle ferite che ha subito in Siria Hilal non può lavorare o muoversi liberamente per la casa , ma mette tutta l’energia che ha nella cura della sua famiglia e si assicura che i suoi sei figli ricevano un’istruzione.
“Il problema non è questa casa, e nemmeno l’inverno. Il problema è che la nostra nazione [la Siria] è persa”, ha detto Hilal, la cui figura appare appesantita dalla situazione.
“Io e mia moglie possiamo sopportare questa situazione, ma perché i miei figli dovrebbero soffrire?”, si chiede. “Non hanno fatto nulla per meritare questo. Meritano un futuro migliore”.
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