“Le donne possono fare tutto. Non dobbiamo lasciare che paura o questioni culturali ci fermino, se ci mettiamo d’impegno possiamo farcela”. Lo dice Ibtisam, una delle 100 donne rifugiate che si stanno formando per sostenere l’esame per la patente di guida grazie a un programma pilota lanciato dall’UNHCR, dal Comune di Napoli e dal Ministero italiano delle Infrastrutture e dei trasporti.
Ibtisam, 19 anni, è fuggita da Aleppo, in Siria, con la sua famiglia ed è arrivata in Italia tramite un corridoio umanitario nel 2016. Da allora vive nella città di Napoli, dove ha potuto terminare la scuola media e iscriversi a un programma che prepara gli studenti delle scuole superiori a lavorare nel settore del turismo.
“All’inizio è stato molto difficile, per tutti i membri della mia famiglia. Una volta imparato l’italiano, però, pian piano siamo riusciti a rimettere insieme le nostre vite. Io e i miei fratelli ci siamo iscritti a scuola, mio padre ha trovato lavoro. Quando ho scoperto questo programma ho deciso di iscrivermi perché avere la patente di guida mi avrebbe aiutato a trovare un lavoro. Inoltre, volevo essere più indipendente. Ho convinto anche mia madre a iscriversi. All’inizio mi ha detto che aveva paura, ma le ho detto che le donne non devono aspettare che qualcun altro le aiuti o faccia le cose per loro, e ha deciso di seguirmi“.
Il programma è stato avviato il mese scorso con un primo corso di formazione sulla sicurezza stradale svolto all’interno dello “Spazio Comune“, un centro polifunzionale dove i rifugiati possono trovare tutti i servizi fondamentali per l’inclusione, come la ricerca di una casa o di un lavoro. Dopo la formazione iniziale, il progetto proseguirà con il supporto allo studio per gli esami di guida scritti e pratici.
“L’obiettivo dell’UNHCR è quello di valorizzare le capacità e le aspirazioni delle donne rifugiate, aiutandole a raggiungere il loro pieno potenziale. Il progetto è un passo concreto in questa direzione e siamo grati al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al Comune di Napoli e a tutti i partner per il lavoro di squadra nel favorire l’inclusione delle donne rifugiate in Italia”, ha dichiarato Chiara Cardoletti, Rappresentante dell’UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino, in occasione della conferenza di lancio a Napoli, alla quale ha partecipato il sindaco della città Gaetano Manfredi.
In Italia ci sono quasi 400.000 rifugiati, di cui circa il 50% sono donne, e tra loro Olena, ex impiegata di banca diventata content creator.
“Quando ho scelto il mio corso di laurea, ero giovane, non mi sono chiesta cosa volessi fare, ho solo seguito quello che pensavo mi avrebbe permesso di trovare più facilmente un lavoro”, racconta Olena, originaria della regione di Donetsk, in Ucraina. “Dopo che la mia casa è stata distrutta e sono stata costretta a fuggire, ho dovuto imparare di nuovo a vivere. Mi sono chiesta: cosa voglio fare davvero? Che cosa amo? Così ho deciso di frequentare un corso di fotografia e videomaking qui a Napoli. Voglio prendere la patente di guida perché mi aiuterà a raggiungere i clienti e a spostare facilmente la mia attrezzatura, per far crescere la mia attività”.
Il tempo medio che un rifugiato trascorre in esilio è di 20 anni, quindi è importante pensare oltre i bisogni immediati e impegnarsi per favorire l’inclusione nelle comunità ospitanti, permettendo ai rifugiati di contribuire con le proprie competenze, idee, speranze e sogni.
Il ruolo delle città in questo processo non è mai stato così importante. Per questo motivo, nel 2022 l’UNHCR ha redatto la Carta per l’integrazione che è stata sottoscritta da nove città italiane: Bari, Milano, Palermo, Napoli, Roma, Torino, Genova, Ravenna e Bologna.
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