L’associazione “La Fabrique Nomade” aiuta gli artigiani rifugiati a continuare ad esercitare la loro professione in Francia.
Sono tante le mani a lavoro nel laboratorio di ceramica di Yasir Elamine a Parigi: tagliano, sbriciolano, spremono, creano e modellano.
Yasir, un ceramista del Sudan, e i suoi studenti francesi si scambiano idee e progetti artistici. Yasir pensava che una volta diventato rifugiato la sua vita da artista fosse finita. Il lavoro di “La Fabrique Nomade”, un’associazione supportata dall’UNHCR lo ha aiutato a cambiare idea.
“La Fabrique Nomade” incoraggia gli artigiani presenti tra le comunità rifugiate e migranti a preservare e tramandare le loro tradizioni artigiane, dalla tessitura al cucito alla ceramica e al lavoro con il legno.
L’Associazione promuove i loro lavori e li mette in mostra alle fiere del design. Supporta gli artisti, aiutandoli a costruire relazioni nel mondo dell’arte e del design in Francia, li aiuta ad acquisire competenze di base nella ricerca del lavoro, come la preparazione di un portfolio e di un CV.
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La fondatrice della “Fabrique Nomade”, Inès Mesmar, racconta che il loro obiettivo non è solo quello di permettere ai rifugiati di esprimere il loro talento ma anche di dar prova e di condividere le proprie abilità con le comunità locali. Per i rifugiati, ci dice, si tratta di un cambiamento di attitudine: “permettere loro di trasmettere la propria conoscenza piuttosto che essere sempre e solo quelli che ricevono aiuto e assistenza”.
Yasir è d’accordo, quest’attività gli ha permesso di ritornare in un mondo che pensava di aver perso per sempre.
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