TRIPOLI, Libia – In risposta al peggioramento della crisi umanitaria in Libia derivante da conflitti, insicurezza, instabilità politica e un’economia al collasso, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta discutendo di diverse opzioni per rafforzare la presenza e i programmi nel Paese.
Questo è ciò che stato annunciato dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi, durante una visita a Tripoli che si è tenuta domenica 21 maggio, nella quale ha incontrato funzionari governativi e ha visitato un centro di detenzione per rifugiati e migranti.
“Sono rimasto scioccato dalle dure condizioni in cui si trovano rifugiati e migranti, generalmente a causa della mancanza di risorse”, ha dichiarato Grandi. “I bambini, le donne e gli uomini che hanno sofferto così tanto non dovrebbero sopportare tali difficoltà”.
Più di cinque anni di violenti scontri in Libia hanno preso il via con la rivolta che ha rimosso il governatore Muammar Gheddafi nel 2011.
Da allora, circa 300mila libici sono stati costretti alla migrazione a causa del conflitto in corso. Nel complesso, più di 1,3 milioni di persone, tra i quali sfollati interni, migranti, rifugiati, richiedenti asilo e comunità ospitanti, hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.
La continua instabilità, insieme alla posizione geografica della Libia, ha rafforzato le bande di trafficanti che speculano sui flussi di rifugiati e migranti che cercano di attraversare il nord del mare Mediterraneo per raggiungere l’Europa, un viaggio durante il quale solo quest’anno più di 1.364 uomini, donne e bambini sono morti o scomparsi.
Grandi ha potuto vedere di prima persona l’impatto della crisi in un centro di detenzione a Tripoli: uno tra le decine di centri del paese in cui finiscono rinchiusi molti dei migranti tratti in salvo dopo aver tentato le pericolose traversate del Mediterraneo.
In occasione della sua visita l‘Alto Commissario ha inoltre incontrato i funzionari governativi a Tripoli, tra cui i ministri dell’istruzione, dei migranti e degli sfollati, e degli affari sociali, per discutere di quali azioni concrete possono essere adottate per affrontare la crisi in costante peggioramento.
L’UNHCR proseguirà inoltre la sua stretta collaborazione con l’Organizzazione internazionale delle migrazioni (OIM) e altre agenzie umanitarie in Libia per aiutare le autorità a gestire meglio i flussi di rifugiati e migranti attraverso il Paese, un aspetto giudicato prioritario dallo stesso Grandi.
“Stiamo già offrendo aiuto sul campo e faremo molto di più”, ha dichiarato Grandi. “Ma questi modelli di migrazione a cui stiamo assistendo sono molto complessi ed è cruciale affrontarne le cause, come la povertà, alle radici. Dobbiamo anche migliorare i modi con cui i paesi di transito gestiscono i flussi. Le persone finiscono qui a causa di una varietà di problemi che sperimentano altrove”.
Dalla caduta di Gheddafi nel 2011, centinaia di migliaia di persone in Libia subiscono le conseguenze della mancanza assoluta di sicurezza, dell’assistenza sanitaria inadeguata e della carenza di medicinali salvavita, di cibo, acqua potabile, alloggi e istruzione.
Un centro di detenzione a Tripoli visitato dall'Alto Commissario Filippo Grandi.
“Non dobbiamo sottovalutare le difficoltà che derivano dall’operare in un contesto instabile e pericoloso come è la Libia oggi”, ha dichiarato Grandi.
“La nostra capacità di avere accesso alle persone e di fornire efficacemente la protezione e l’assistenza necessarie rappresentano una sfida costante. Le persone che stiamo cercando di aiutare, così come i funzionari dell’UNHCR e tutti gli altri operatori umanitari, vivono e lavorano sotto enormi tensioni e rischi” ha aggiunto.
Oltre ai nuovi uffici e ai centri di sviluppo di comunità per i rifugiati e i richiedenti asilo, l’UNHCR intende incrementare la sua presenza nei punti di sbarco in favore delle persone salvate o intercettate in mare, in stretta collaborazione con l’OIM e altri partner. Nell’ultimo anno e mezzo, l’UNHCR è stato in grado di garantire la liberazione di più di 800 rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili.
L’Alto Commissario è stato accompagnato a Tripoli dal suo incaricato speciale per la situazione del Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, che coordinerà la risposta transfrontaliera dell’UNHCR di fronte alle complessità dei movimenti migratori misti nel Mediterraneo e dal direttore regionale dell’UNHCR per il Medio Oriente e il Nord Africa, Amin Awad.
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