L’intensificarsi delle ostilità nello Yemen occidentale e centrale continua a costringere alla fuga decine di migliaia di civili, molti dei quali faticano ormai a sopportare condizioni di vita tanto terribili. Oltre 62.000 persone sono risultate disperse nelle ultime sei settimane.
Lungo la costa occidentale dello Yemen, i recenti scontri nel governatorato di Taizz hanno costretto alla fuga oltre 48.000 persone. La maggior parte, circa 35.226 persone, si sono spostate all’interno del governatorato stesso di Taizz o si sono dirette verso quello vicino di Hudaydah (9.822 persone). Altre si sono dirette, inoltre, verso i vicini governatorati di Ibb (1.068 persone), Aden (900), e, in numeri minori, verso Al Dhale’e, Lahj, Abyan e Shabwah.
La maggior parte di queste persone necessita urgentemente di assistenza e ha trovato riparo presso spazi comuni e pubblici, quali scuole e strutture sanitarie, mentre altre si sono sistemante in edifici abbandonati o perfino all’aperto.
Alcuni civili, inclusi molti minori, risultano soffrire di malnutrizione, mentre altri sono profondamente afflitti dall’angoscia e necessitano di sostegno psico-sociale. Il sovraffollamento e le condizioni malsane delle aree di accoglienza stanno, inoltre, portando alla diffusione di epidemie, incluse patologie dermatologiche.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), insieme ai partner, ha risposto rapidamente alle esigenze delle ultime persone in fuga da Taizz, garantendo alloggi e beni di prima necessità per coloro che sono arrivati nei distretti di Hudaydah e Ibb.
La distribuzione di beni di prima necessità dell’UNHCR – che includono materassi, stuoie, coperte, utensili da cucina e secchi – finora ha garantito sostegno a oltre 14.000 persone. Inoltre, sono stati forniti alloggi e tende d’emergenza per più di 18.000 persone. Sono previste ulteriori distribuzioni che garantiranno assistenza ad oltre 3.800 persone in fuga da Taizz.
Mentre i combattimenti non accennano a cessare, l’UNHCR lavora senza sosta per ottenere accesso a Taizz e poter fornire assistenza alle persone che ne hanno necessità. Alla fine del mese scorso, l’UNHCR ha preso parte a una missione congiunta presso il distretto di Mokha, l’area più sensibile all’interno del governatorato, che ha portato a scoprire come molte delle persone sfollate vivessero in condizioni terribili, alloggiate presso edifici scolastici pubblici, strutture sanitarie e, in alcuni casi, esposte alle intemperie senza alcuna protezione. Tanto le famiglie degli sfollati quanto quelle delle comunità di accoglienza versano in enormi difficoltà in mancanza di un’assistenza di base e vivono nel timore di essere vittime di violenza.
Nonostante l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati fosse riuscita in precedenza ad accedere a Taizz, l’intensificarsi delle ostilità, attualmente, vi sta ostacolando l’accesso. L’UNHCR è costantemente impegnata per ottenere accesso illimitato e sta tentando d’intraprendere una risposta mobilitando tutti gli attori nazionali sul campo.
Anche le capacita delle comunità di accoglienza locali si stanno riducendo e vengono messe a dura prova dalla necessità di ospitare il numero crescente di persone in arrivo. Senza contare le decine di migliaia di persone costrette alla fuga di recente, i governatorati di Taizz, Hudaydah e Ibb ospitano complessivamente il 25 per cento del totale della popolazione sfollata internamente allo Yemen, vale a dire 504.258 persone.
Altrove, nello Yemen centrale, la recente escalation del conflitto nel governatorato di Dhamar, al confine con Sana’a, ha causato la fuga di altre migliaia di persone. Innescate da una disputa nata nel distretto di Utmah, le ostilità hanno costretto oltre 13.902 a fuggire dalle proprie case in tutto il governatorato. Diverse circoscrizioni in cui diverse persone hanno cercato rifugiato restano inaccessibili, pertanto il numero totale di persone sfollate potrebbe essere molto più elevato. 6.978 sfollati interni, registrati fra i civili costretti a fuggire, stanno ora cercando di fare ritorno nelle proprie aree di origine.
Le strade principali che conducono al distretto di Umtah restano bloccate, ostacolando l’accesso alle popolazioni che necessitano di assistenza. Sono stati segnalati, inoltre, danni rilevanti alle infrastrutture pubbliche. L’assenza di strutture sanitarie adeguate all’interno del distretto comporta, inoltre, che i civili feriti possano ottenere assistenza esclusivamente in un ospedale che si trova a 85 km di distanza.
Molte delle persone fuggite dai combattimenti hanno urgentemente bisogno di cibo, alloggi e medicine e non hanno accesso ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari. Diverse donne soffrono di disturbi psichici e malnutrizione. L’UNHCR si è mobilitato per raggiungere le famiglie sfollate all’interno del governatorato.
Considerata la grave mancanza di sostegno internazionale nell’implementazione della risposta umanitaria in Yemen, l’UNHCR esprime profonda preoccupazione relativamente alla capacità di rispondere alle nuove e continue ondate migratorie che stanno caratterizzando il Paese. Considerato che il budget 2017 dell’UNHCR per lo Yemen finora è stato finanziato solo per il 7 per cento, i fondi disponibili sono sufficienti per gestire esclusivamente i bisogni più urgenti.
L’assistenza fornita dall’UNHCR, inclusa la distribuzione di beni non alimentari e di alloggi, attualmente può essere garantita solo alle persone in fuga con le nuove ondate migratorie. L’UNHCR non è più in grado di garantire distribuzioni regolari di beni, nemmeno per gli sfollati interni dello Yemen che vivono nei centri collettivi di accoglienza e negli insediamenti informali.
In Yemen, attualmente, vi sono 2 milioni di sfollati interni e un milione sono tornati provvisoriamente nelle proprie aree di origine, ma continuano ad avere bisogno di assistenza umanitaria. Per fornire loro assistenza e rispondere alle nuove ondate migratorie, l’UNHCR rivolge un appello affinché vi sia un sostegno internazionale maggiore.
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