L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime profondo dolore per l’uccisione e il ferimento di civili durante gli attacchi che giovedì scorso hanno colpito la città di Sana’a, in Yemen.
In base alle informazioni disponibili, tra i feriti ci sono anche rifugiati. Tra coloro che sono stati ricoverati d’urgenza in ospedale si segnalano una rifugiata somala e sua figlia.
Incidenti simili, che provocano la tragica perdita di vite umane e numerosi feriti, sono la conferma delle pesanti conseguenze che la guerra in Yemen sta avendo sulla popolazione civile.
I civili devono essere protetti e le parti in conflitto devono garantire il rispetto degli obblighi sanciti dal diritto internazionale umanitario.
In Yemen ci sono oltre 275.000 rifugiati e richiedenti asilo, la maggior parte dei quali (più del 90%) proviene dalla Somalia.
Il conflitto ha notevolmente aggravato la situazione già precaria dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti presenti nel Paese.
In risposta alle richieste di aiuto da parte dei rifugiati somali desiderosi di lasciare lo Yemen e far ritorno alle proprie case, nel 2017 l’UNHCR ha avviato il Programma di Rimpatrio Volontario Assistito.
L’UNHCR e le organizzazioni partner, tra cui l’OIM, sostengono i rifugiati che scelgono il rimpatrio aiutandoli con la documentazione e il trasferimento, distribuendo aiuti finanziari in Yemen nel tentativo di facilitare il loro viaggio e fornendo assistenza per il rimpatrio e il reinserimento una volta fatto ritorno in Somalia.
Nell’ambito del programma di reinsediamento, lunedì 13 maggio 105 rifugiati sono partiti dal porto di Aden diretti al porto di Berbera, in Somalia, per un totale di 4.068 rifugiati che hanno fatto ritorno al proprio paese tramite questo canale.
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