L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esprime profonda preoccupazione per le notizie secondo le quali le persone in fuga dalla provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, verrebbero rimpatriate in modo forzato dopo aver fatto ingresso in Tanzania.
UNHCR ed i suoi partner hanno ricevuto notizie preoccupanti – tra cui testimonianze dirette – secondo le quali, fin dall’anno scorso, diverse migliaia di cittadini mozambicani sono state respinte dalla Tanzania e costrette a fare ritorno nel Mozambico settentrionale. Tale cifra comprende le oltre 1.500 persone rimpatriate in questo mese.
Nel corso di una missione interagenzie di aprile 2021 presso il varco di confine di Negomano, in Mozambico, UNHCR e partner hanno appreso che la maggior parte dei mozambicani riparati nell’area aveva sperato di rifugiarsi in Tanzania dopo essere fuggita dalle aggressioni mortali perpetrate da gruppi armati non governativi nella città di Palma, a marzo. Le persone hanno raccontato al personale dell’UNHCR di aver camminato per giorni fino a raggiungere il fiume Rovuma e di averlo attraversato su imbarcazioni per approdare in Tanzania, da dove sono poi stati rimpatriati dalle autorità. Molti erano donne e bambini.
L’UNHCR esprime forte apprensione per le notizie secondo cui i mozambicani sarebbero stati respinti, rimpatriati in modo forzato e sarebbe stato impedito loro di cercare asilo. L’Agenzia chiede a tutte le parti coinvolte di garantire libertà di movimento ai civili in fuga da violenze ed in cerca di protezione internazionale, sicurezza e assistenza, nonché di rispettarne e riconoscerne pienamente il diritto a varcare le frontiere internazionali per chiedere asilo.
A Negomano, gli sfollati hanno riferito al personale dell’UNHCR di essere rimasti separati dai propri familiari durante la fuga dai propri villaggi, oppure una volta arrivati in Tanzania. Molti hanno denunciato di essere stati trattenuti in detenzione, trasferiti presso una scuola locale e interrogati da funzionari tanzaniani. Coloro che non sono stati in grado di dimostrare con prove documentali di essere titolari di nazionalità tanzaniana, comprese persone o famiglie di nazionalità mista, sono stati rimpatriati attraverso un varco di frontiera diverso da quello utilizzato per fare ingresso nel Paese.
La situazione è particolarmente disperata per le madri sole, rimaste a Negomano prive del sostegno delle proprie famiglie. Le condizioni di vita nel villaggio sono drammatiche e c’è urgente bisogno di assicurare con cibo, acqua, servizi igienico-sanitari e cure mediche. Al momento, però, solo una quantità limitata di aiuti umanitari raggiunge quest’area remota.
L’UNHCR, inoltre, si appella ai governi di entrambi i Paesi affinché garantiscano il rispetto del principio di unità familiare e facciano tutto il possibile per assicurare che i familiari separati siano rintracciati e possano ricongiungersi quanto prima.
L’area di confine del Mozambico settentrionale in cui le persone rimpatriate dalla Tanzania hanno attualmente trovato riparo è remota ed è estremamente difficile accedervi.
Sebbene alcuni sfollati, avendo timore di rientrare nelle proprie comunità, abbiano dichiarato di voler restare a Negomano o spostarsi a sud per raggiungere Montepuez o Pemba, la maggior parte delle persone intervistate dall’UNHCR ha riferito di volersi mettere al sicuro tornando in Tanzania.
Nel 2020 l’UNHCR e i partner hanno assicurato protezione e assistenza di base a 50.000 persone nel Mozambico settentrionale e intendono prestare assistenza ad altre 25.000 entro la fine di quest’anno. Sono circa 724.000 le persone costrette a fuggire da quando, a ottobre 2017, il conflitto ha avuto inizio nella provincia di Cabo Delgado.
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