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UNHCR esprime sdegno in merito alle affermazioni palesamente false e propagandistiche in cui si accusa l’Agenzia e Carlotta Sami di favoreggiare “l’immigrazione clandestina” in Europa fornendo a rifugiati e migranti carte di credito pagate dal finanziere e filantropo George Soros e Mastercard. Il dibattito aperto e responsabile è il sale della democrazia, diversa invece la diffusione di fake news, che è del tutto inaccettabile.
L’UNHCR ha una responsabilità globale nella protezione dei diritti dei rifugiati e nel fornire loro assistenza morale e materiale in base ai loro reali bisogni. La flessibilità implicita negli aiuti in denaro rappresenta una forma più dignitosa di assistenza, poiché i richiedenti asilo e rifugiati possono far fronte alle loro esigenze in base alle loro priorità e scelte personali. In Grecia il programma è implementato in collaborazione con il Ministero per le politiche migratorie, e non vede il coinvolgimento di George Soros e le sue organizzazioni. Inoltre, le carte prepagate non possono essere utilizzate fuori dai confini nazionali.
L’UNHCR è consapevole delle sfide che l’immigrazione irregolare pone all’Italia e ad altri paesi europei e continuerà a lavorare con il governo italiano e con tutti gli altri partner per affrontare queste sfide nel rispetto della Convenzione di Ginevra e la normativa internazionale e regionale sui diritti umani.
“Sono rimasto sconcertato nell’apprendere dell’attacco vile e infondato rivolto contro l’Agenzia e la nostra portavoce regionale Carlotta Sami da parte di un deputato italiano durante un dibattito televisivo in diretta. Subito le accuse sono dilagate sui social network, coinvolgendo anche l’Alto Commissario Filippo Grandi in persona”, dichiara Felipe Camargo, Rappresentante regionale UNHCR per il Sud Europa. “La nostra portavoce gode del pieno sostegno dell’Agenzia nel portare avanti il suo lavoro fondamentale, come espresso anche in una lettera di denuncia che si invierà oggi al Presidente della Camera dei deputati, onorevole Roberto Fico”.
L’UNHCR ricorda l’invito a moderare il linguaggio fatto dall’Alto Commissario Filippo Grandi alla politica italiana durante la sua recente visita a Roma. Le parole dure e irrispettose servono solo a sovrastare la voce flebile della ragione, che è la premessa necessaria per la ricerca di soluzioni durevoli che siano a beneficio non solo delle persone sotto il nostro mandato, ma anche delle comunità che le accolgono.
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