L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, e suoi partner lanciano un appello congiunto per raccogliere 1,3 miliardi di dollari in un anno, per far fronte alle numerose esigenze umanitarie dei rifugiati in fuga da sette anni di instabilità e conflitto nel Sud Sudan.
L’Agenzia accoglie con favore la formazione del Governo transitorio di unità nazionale del Sud Sudan; tuttavia, numerose sono le criticità che continuano a ostacolare la ricerca di soluzioni a favore di milioni di cittadini sudsudanesi costretti alla fuga da anni di conflitto.
Nel continente africano, è quella originaria del Sud Sudan la popolazione di rifugiati di dimensioni più vaste. Sono circa 2,2 milioni le persone che sono state costrette a fuggire e la stragrande maggioranza di queste, l’83 per cento, è composta da donne e bambini. Altri 2 milioni di persone sono sfollati internamente al Paese.
L’esodo di rifugiati è continuato per tutto il 2019, facendo registrare l’afflusso di oltre 74.000 sudsudanesi in cerca di asilo in Uganda, Sudan, Kenya, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo e Repubblica Centrafricana.
È necessario raccogliere fondi con urgenza per garantire assistenza salvavita, tra cui cure per 65.000 minori separati o non accompagnati, accesso ad acqua potabile e contrasto alla violenza sessuale e di genere. Inoltre, continuano a esservi lacune nell’istruzione dei rifugiati ed è necessario realizzare attività che permettano loro di acquisire le competenze per sostentare se stessi e le proprie famiglie.
È necessario rinnovare il sostegno destinato a tutti e cinque i Paesi che accolgono il numero maggiore di rifugiati, considerata la politica di apertura delle frontiere da essi adottata in materia di asilo. Etiopia, Kenya e Uganda hanno dimostrato di essere eccezionali Paesi di accoglienza e di saper includere gradualmente i rifugiati all’interno dei propri servizi sociali. Politiche progressiste a favore dei rifugiati che si trovano al di fuori dei campi di accoglienza stanno inoltre venendo implementate in maniera encomiabile dai governi di Sudan e Repubblica Democratica del Congo, i quali, pertanto, meritano un sostegno maggiore.
Da novembre 2017, oltre 270.000 rifugiati hanno fatto ritorno in Sud Sudan di propria iniziativa, ma la maggior parte di coloro che ancora rimangono fuori dal Paese attende di capire se gli accordi di pace reggeranno.
Il Piano regionale di risposta alla crisi di rifugiati riunisce 95 partner umanitari e per lo sviluppo per fornire una risposta coerente dalle agenzie, col sostegno dei governi dei cinque Paesi di accoglienza interessati, e va a completare il Piano di risposta umanitaria da 1,54 miliardi di dollari per il Sud Sudan lanciato a dicembre 2019.
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