L’associazione del retail scende in campo favore dei rifugiati e sigla una partnership con UNHCR, l’agenzia della Nazioni Unite che si occupa dei rifugiati in tutto il mondo.
Obiettivo: promuovere l’inclusione sociale presso la base associativa e offrire alle aziende nuove professionalità da inserire nel mondo del lavoro
È stata firmata la partnership tra Confimprese e l’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, con l’obiettivo da parte di Confimprese di sostenere il progetto Welcome Working for refugee integration e promuovere l’inclusione dei rifugiati all’interno delle aziende associate. A firmare l’accordo, che pone Confimprese come unica associazione del commercio chiamata a far parte del progetto insieme al Ministero del lavoro, Confindustria, Global Compact e Aidp, sono stati Chiara Cardoletti, rappresentante per Italia, Santa Sede e San Marino di UNHCR e Mario Resca, presidente Confimprese.
«Il nostro obiettivo – spiega Mario Resca, presidente Confimprese che rappresenta oltre 450 brand, 90mila punti vendita e 800mila addetti – è promuovere l’inclusione dei rifugiati all’interno delle nostre aziende e nel mercato del lavoro con programmi di assunzione e integrazione in un momento in cui c’è una forte carenza di personale nel mondo retail. L’impegno di un’associazione di categoria è anche quello di sostenere iniziative nel sociale e garantire un ingresso legale e sicuro alle migliaia di rifugiati costretti a fuggire da conflitti, violazione dei diritti umani e persecuzioni».
Attualmente sono oltre 400mila i rifugiati in Italia. UNHCR, grazie alla collaborazioni con numerose aziende, ha promosso 34mila percorsi di inserimento lavorativo dal 2017 al 2023.
«Dalla sua fondazione – commenta Chiara Cardoletti, Rappresentante di UNHCR per l’Italia, la Santa Sede e San Marino – il progetto Welcome di UNHCR ha premiato oltre 700 aziende di cui 220 nell’ultima edizione che hanno permesso di attivare quasi 12mila percorsi di inclusione lavorativa solo nel 2023, portando a 34 mila il totale degli inserimenti realizzati con il programma. Serve la forza dell’inclusione per rispondere ai bisogni delle persone in fuga da conflitti e persecuzioni, ma anche per offrire soluzioni concrete alle imprese e risolvere alcuni problemi della nostra economia. Siamo molto soddisfatti di questo nuovo accordo che rafforza una partnership strategica con il settore privato per l’inclusione lavorativa dei rifugiati».
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