L’Uganda sta accogliendo un numero crescente di rifugiati sudanesi – oltre 33.000 persone, 19.000 delle quali sono arrivate a Kampala dall’inizio del 2024 – in cerca di sicurezza da una guerra che infuria da più di un anno.
La maggior parte dei sudanesi arrivati proviene da Khartoum e molti di loro possiedono un’istruzione universitaria.
Oltre ai sudanesi, ogni settimana arrivano in Uganda in media 2.500 persone, soprattutto dalla Repubblica Democratica del Congo e dal Sud Sudan, in fuga dai conflitti in corso e delle sfide legate al clima.
Il continuo afflusso di persone non fa notizia, ma unito alla carenza di fondi, provoca una forte pressione sui servizi di protezione e sull’assistenza forniti ai rifugiati e alle comunità che li ospitano, mettendo a rischio il solido regime di protezione e il modello di risposta ai rifugiati dell’Uganda.
A causa della carenza di fondi, il settore sanitario – che serve sia i rifugiati che le popolazioni ospitanti – è già stato duramente colpito. Il personale dei centri sanitari è stato fortemente ridotto e le forniture non sono sufficienti a soddisfare le esigenze sanitarie critiche.
Un’epidemia di congiuntivite (malattia degli occhi rossi) in tutto il Paese ha colpito anche diversi insediamenti di rifugiati. Ad esempio, sono stati segnalati 141 casi nell’insediamento di Nakivale e si teme che la situazione possa peggiorare a causa della carenza di acqua e sapone, con ripercussioni sull’igiene. Persistono problemi di salute mentale. Nelle ultime due settimane sono stati segnalati quattro tentativi di suicidio tra i rifugiati di Adjumani – due dei quali di giovani – che evidenziano la vulnerabilità dei giovani e la necessità di maggiori interventi mirati.
Le scuole sono sovraffollate e non ci sono abbastanza insegnanti o materiali didattici, rendendo difficile l’istruzione dei bambini, che rappresentano più della metà della popolazione totale dei rifugiati.
Anche i servizi di protezione fondamentali sono ostacolati. Ad esempio, la registrazione dei rifugiati sta subendo lunghi ritardi a causa della mancanza di materiali e attrezzature necessarie per rendere il processo più agevole.
Gli investimenti per sostenere i rifugiati con attività generatrici di reddito sono stati ridotti, con un effetto a catena sugli sforzi per rendere i rifugiati meno dipendenti dagli aiuti.
La scorsa settimana, l’UNHCR, insieme ad alti funzionari ugandesi, ha visitato i principali partner, tra cui i governi di Danimarca, Paesi Bassi e Belgio e le istituzioni dell’Unione Europea, per evidenziare il profondo impatto della riduzione dei finanziamenti e chiedere ulteriori risorse. L’UNHCR ha sottolineato l’importanza del sostegno dei donatori per alleviare le condizioni dei rifugiati e delle comunità che li ospitano, sottolineando l’incrollabile determinazione dell’Uganda a rispettare gli impegni per una maggiore inclusione socio-economica e per l’autosufficienza dei rifugiati presi al Forum globale sui rifugiati del 2023.
L’Uganda ospita il maggior numero di rifugiati e richiedenti asilo in Africa, con quasi 1,7 milioni di persone provenienti principalmente dal Sud Sudan e dalla Repubblica Democratica del Congo, eppure nel 2023 era tra le 13 operazioni dell’UNHCR più sottofinanziate a livello globale. Nel 2024, l’Uganda Country Refugee Response Plan (UCRRP), che richiede 858 milioni di dollari a 96 partner per sostenere oltre 1,67 milioni di rifugiati e 2,7 milioni di membri delle comunità ospitanti, ha ricevuto solo il 13% dei fondi richiesti.
Per decenni, l’Uganda è stata in prima linea nell’assistenza ai rifugiati ed è stata un faro di stabilità nella regione, abbracciando politiche progressiste che esemplificano il Patto Globale sui Rifugiati, consentendo ai rifugiati di avere terra e libertà di movimento e di risiedere nelle aree urbane a condizione che siano in grado di mantenersi.
Se queste politiche dovessero perdere terreno a causa della diminuzione dei finanziamenti, potremmo vedere la gente allontanarsi dall’Uganda in cerca di un modo per sopravvivere.
A maggio, i rifugiati hanno iniziato a partire per i Paesi limitrofi citando la mancanza di sostegno e la riduzione delle razioni alimentari. Se non si interviene, i risultati dello sviluppo e la capacità istituzionale saranno indeboliti e la coesistenza pacifica con le comunità ospitanti sarà ostacolata. È necessario un maggiore supporto internazionale per sostenere l’impegno dell’Uganda nella protezione dei rifugiati.
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