Gli incidenti avvenuti questo mese nel Mediterraneo e gli oltre 1.700 morti e quasi 40.000 arrivi dall’inizio del 2015, sono sintomi dell’enorme tragedia in corso alle frontiere meridionali dell’Europa. Le traversate a bordo di barconi non sono solo un fenomeno migratorio ma riguardano anche i rifugiati – la metà di coloro che hanno attraversato il Mediterraneo nel 2014 erano persone in cerca di protezione da guerre e persecuzioni. E per i rifugiati in fuga dalle guerre è necessaria un’alternativa a queste pericolose traversate del Mediterraneo a bordo di barconi gestiti da trafficanti.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ritiene che le misure annunciate in Lussemburgo e a Bruxelles questa settimana rappresentino un primo passo importante verso un’azione europea collettiva – ovvero l’unico approccio che può funzionare per un problema di natura transnazionale e di così grande portata. L’UNHCR è pronto a lavorare a stretto contatto con l’Unione europea e gli Stati membri per implementare alcune delle misure che sono state annunciate.
L’Agenzia accoglie con favore, in particolare, il fatto che i fondi destinati alle operazioni congiunte in mare siano stati triplicati e la garanzia, fornita in occasione della conferenza stampa del vertice, che questa operazione avrà capacità, risorse e portata simili a quelle di Mare Nostrum. È fondamentale che l’attenzione di tutti sia rivolta al salvataggio di vite umane, anche nelle zone di ricerca e soccorso di competenza libica, ovvero l’area da cui provengono la maggior parte delle chiamate di soccorso.
In merito alle altre misure annunciate questa settimana, c’è chiaramente bisogno di ulteriore approfondimenti per comprendere cosa implicheranno in termini di reinsediamento, ricollocamento ed accesso facilitato alla protezione internazionale in Europa attraverso altri canali legali. L’esperienza dell’Agenzia insegna che, senza reali canali alternativi, che permettano alle persone di raggiungere la sicurezza, è improbabile che il tanto necessario incremento dell’impegno internazionale nella lotta a contrabbandieri e trafficanti sia efficace.
L’impegno con i paesi terzi dovrà andare al di là dei programmi di finanziamento e di potenziamento della capacità di applicazione della legge. Molti sforzi devono ancora essere fatti per affrontare le cause profonde che spingono le persone a fuggire, e per sostenere i Governi a proteggere più efficacemente i rifugiati e gli altri migranti, garantendo il pieno rispetto dei loro diritti umani.
Mentre le istituzioni dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri si preparano all’attuazione di queste misure e la Commissione lavora allo sviluppo di un’agenda europea per le migrazioni, l’UNHCR sollecita un ulteriore ampliamento delle misure proposte e l’adozione di un piano olistico che metta al centro principi di umanità, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Infine, l’efficacia di queste misure verrà valutata in base a riduzione del numero di morti, effettive possibilità di accesso effettivo alla protezione in Europa senza dover ricorrere alle traversate del Mediterraneo, e realizzazione di un efficace Sistema Europeo Comune di Asilo, che tenga veramente fede ai suoi impegni di solidarietà e di condivisione di responsabilità. L’Agenzia sta rafforzando la propria risposta a questa crisi ed è pronta a collaborare con i partner europei.
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