L’UNHCR, in collaborazione con le autorità tanzaniane e in seguito alla morte di sette persone da mercoledì scorso, sta adottando misure urgenti per contenere la diffusione di una grave epidemia di diarrea acquosa tra i rifugiati burundesi appena arrivati in Tanzania. Due casi sono stati preliminarmente diagnosticati come colera, ma si attende ancora la conferma ufficiale da parte del laboratorio competente.
A Nyarugusu – nella provincia occidentale di Kigoma – altri 77 burundesi sono in cura per una grave diarrea acquosa, mentre altre 300 persone con la stessa diagnosi sono in cura a Kagunga – vicino al confine – e allo stadio di Kigoma.
“La priorità dell’UNHCR è di lavorare a fianco del Ministero della Salute e con i partner internazionali per prepararsi allo scenario peggiore e allestire rapidamente un centro per la cura del colera a Kagunga”, ha dichiarato Joyce Mends-Cole, Rappresentante dell’UNHCR in Tanzania. “In quel villaggio c’è solo un piccolo dispensario, privo dei necessari strumenti di diagnostica e degli adeguati mezzi di cura, inclusi i farmaci”, ha aggiunto. L’Agenzia sta anche facendo arrivare le medicine più urgenti, per integrare ciò che si può trovare a livello locale.
Kagunga è un piccolo villaggio circondato da una ripida catena montuosa sul lato della Tanzania ed è più facilmente raggiungibile in barca. Da quando i rifugiati burundesi hanno cominciato ad arrivare in Kagunga, nei primi giorni di maggio, l’UNHCR li ha trasferiti in barca a Kigoma, e da lì al campo profughi in Nyarugusu. Più di 20.000 rifugiati sono stati trasferiti o sono arrivati da soli al campo profughi.
Nel frattempo, l’Agenzia sta adottando misure preventive urgenti per migliorare i servizi igienico-sanitari e la diagnosi precoce. Allo stesso tempo sta portando avanti una campagna informativa per promuovere misure igieniche. L’UNHCR ha anche intensificato gli sforzi per spostare i rifugiati fuori da Kagunga, noleggiando una seconda barca e collaborando con le autorità regionali e l’OIM per rendere agibile un sentiero e per creare una stazione di passaggio lungo il sentiero di montagna che permetterebbe ai rifugiati di lasciare Kagunga a piedi.
In Tanzania, il numero di rifugiati in arrivo a Kagunga è aumentato notevolmente nel corso degli ultimi giorni e le condizioni di vita sono diventate estremamente pesanti. Le autorità locali responsabili dell’immigrazione hanno riferito che oltre 50.000 burundesi vivevano in condizioni durissime sulle rive del lago Tanganica, a Kagunga. L’UNHCR ha già provveduto a spostare migliaia di persone in barca. In totale più di 70.000 rifugiati burundesi sono arrivati in Tanzania dall’inizio dei disordini, ai primi di aprile.
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