L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è seriamente preoccupato per i recenti rimpatri forzati, o respingimenti, di richiedenti asilo e rifugiati eritrei e di altre nazionalità dal Sudan. Tra gli episodi si segnala un incidente avvenuto lunedì 30 giugno nel Sudan orientale in cui, stando alle informazioni ricevute dalle autorità preposte all’immigrazione, 74 eritrei sono stati rimpatriati in Eritrea attraverso la frontiera di Laffa.
I richiedenti asilo erano stati condannati con l’accusa di ingresso illegale in Sudan ai sensi della normativa nazionale in materia di immigrazione. Non hanno ottenuto l’accesso alle procedure di asilo che avrebbero consentito loro di far riesaminare la propria richiesta alle autorità competenti.
Tali espulsioni di richiedenti asilo rappresentano respingimenti e costituiscono una grave violazione della Convenzione sui Rifugiati del 1951 e della Legge sull’asilo approvata in Sudan nel 2014.
L’UNHCR ricorda al governo del Sudan i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e sudanese e sollecita le autorità a consentire a tutti i richiedenti asilo di ottenere l’accesso immediato alle apposite procedure e protezione dal respingimento.
Sono oltre 160mila i rifugiati e i richiedenti asilo in Sudan provenienti principalmente da Eritrea, Etiopia, Repubblica Democratica del Congo, Ciad e Sud Sudan.
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