Questa è una sintesi delle dichiarazioni di Shabia Mantoo, portavoce dell’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, durante il consueto briefing stampa delle Nazioni Unite a Ginevra.
Sospensione dell’esame/decisione sulle richieste di asilo siriane in diversi Stati europei
Come è emerso negli ultimi giorni, la situazione sta cambiando rapidamente e le dinamiche per le pesone sfollate continuano sia all’interno del Paese che oltre i confini, in un contesto che ha generato una delle più grandi crisi di rifugiati al mondo.
Nella fluidità della situazione attuale, le circostanze individuali variano, comprese le cause dello sfollamento. Mentre migliaia di persone sono già rientrate, altre centinaia di migliaia sono in fuga per mettersi in salvo nel Paese. Entrambi hanno bisogno di protezione e sostegno.
Chi fugge da violenze e persecuzioni ha il diritto di cercare sicurezza e di chiedere asilo. È quindi fondamentale che ai siriani costretti a fuggire dal Paese sia consentito l’accesso al territorio – chiunque cerchi protezione internazionale deve poter accedere alle procedure di asilo e vedere la propria domanda esaminata pienamente e individualmente nel merito, secondo adeguate garanzie procedurali.
L’UNHCR prende atto della decisione di alcuni Stati che hanno sospeso il processo decisionale in materia di asilo sulle domande di protezione internazionale presentate dai siriani, fino a quando la situazione nel Paese non si sarà stabilizzata e non saranno disponibili informazioni affidabili sulla situazione della sicurezza e dei diritti umani per valutare le esigenze di protezione internazionale dei singoli richiedenti.
Alla luce della situazione incerta e molto fluida, la sospensione dell’esame delle domande di asilo dei siriani è accettabile finché le persone possono fare domanda di asilo e sono in grado di presentarla.
Una volta che le condizioni in Siria saranno più chiare, l’UNHCR fornirà anche indicazioni agli Stati sulle esigenze di protezione internazionale dei profili rilevanti di siriani a rischio.
I richiedenti asilo siriani che sono in attesa della ripresa dell’esame delle loro domande dovrebbero continuare a godere degli stessi diritti di tutti gli altri richiedenti asilo, anche in termini di condizioni di accoglienza. Nessun richiedente asilo dovrebbe essere rimpatriato con la forza, poiché ciò violerebbe l’obbligo di non respingimento degli Stati.
L’UNHCR continua a chiedere a tutti gli Stati di garantire l’accesso al territorio, all’asilo e alla protezione per le persone che cercano sicurezza. Ciò include anche il rispetto del principio di non respingimento.
Ritorno dei rifugiati siriani
Dopo 14 anni di conflitto, i recenti sviluppi fanno sperare che le sofferenze del popolo siriano possano finalmente finire e che la più grande crisi di rifugiati al mondo possa avviarsi verso soluzioni giuste.
Come ha sottolineato l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, il consiglio dell’UNHCR è di rimanere concentrati sulla questione dei ritorni, con la pazienza e la vigilanza necessarie, con la speranza che gli sviluppi sul campo si evolvano in modo positivo, consentendo finalmente ritorni volontari, sicuri e sostenibili. I rifugiati devono essere in grado di prendere decisioni informate.
Milioni di rifugiati siriani che rimangono all’estero stanno cercando di valutare cosa significhi la rapida evoluzione della situazione. Stanno valutando quanto sarà sicura la Siria e quanto saranno rispettati i loro diritti prima di poter decidere volontariamente e con cognizione di causa di tornare a casa. Devono avere lo spazio per farlo senza alcuna pressione.
L’UNHCR ribadisce che tutti i rifugiati hanno il diritto fondamentale di tornare nel proprio Paese d’origine in un momento a loro scelta e che tutti i rientri devono essere volontari, dignitosi e sicuri. L’UNHCR è pronto a sostenere i rifugiati che ritornano quando le condizioni lo consentono, pur sottolineando che in questi momenti di incertezza ai siriani dovrebbe essere concessa la flessibilità necessaria per valutare le condizioni al momento del ritorno, ad esempio attraverso visite di verifica.
Con l’evolversi della situazione, monitoreremo gli sviluppi, ci impegneremo con le comunità di rifugiati e sosterremo gli Stati in eventuali ritorni volontari organizzati.
Situazione al confine Siria-Libano
L’UNHCR è a conoscenza di segnalazioni di siriani che stanno tornando dal Libano alla Siria, con alcuni movimenti segnalati attraverso il valico di frontiera di Masnaa, nella Bekaa. Ci risulta che i valichi di frontiera ufficiali nel nord del Libano siano attualmente chiusi, mentre si segnalano ritorni attraverso valichi non ufficiali in aree come Wadi Khaled. Secondo l’Ufficio di sicurezza generale libanese (GSO), sono state annunciate misure per facilitare il rientro in Siria.
È importante notare che le strutture per l’immigrazione sul versante siriano non sono attualmente funzionanti.
Siamo inoltre a conoscenza del fatto che i rifugiati siriani continuano a rientrare dalla Turchia attraverso i valichi di frontiera di Bab al-Hawa e Bab-al Salam nel nord-ovest della Siria (NWS).
L’UNHCR è anche a conoscenza di migliaia di siriani in fuga dalla Siria verso il Libano.
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