Questo è una sintesi di quanto affermato dalla portavoce dell’UNHCR Eujin Byun – a cui il testo citato può essere attribuito – durante il briefing alla stampa odierno al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
Secondo il rapporto per il 30° anniversario del programma DAFI, pubblicato questa settimana dall’UNHCR, l’Agenzia ONU per i Rifugiati, il tasso di iscrizione dei rifugiati all’istruzione di livello superiore è salito al 7% nel 2023 su scala globale, continuando ad aumentare di anno in anno negli ultimi quattro anni.
Il tasso di iscrizione ha subito un aumento significativo rispetto all’1% registrato nel 2019. Tra i fattori che hanno contribuito vi sono il costante impegno delle parti interessate, sia del settore dell’istruzione che degli stakeholders governativi, con un conseguente sempre crescente sostegno da parte delle istituzioni per l’istruzione superiore nei Paesi ospitanti, che continuano a offrire posti o a ridurre le tasse per garantire un accesso più equo ai rifugiati; i continui miglioramenti nella raccolta dei dati e l’espansione dell’iniziativa Albert Einstein German Academic Refugee Initiative, conosciuta come programma di borse di studio DAFI.
L’anno scorso, grazie al programma DAFI sono state assegnate borse di studio in 56 Paesi a più di 9.000 studenti rifugiati provenienti da 50 Paesi, con un aumento di quasi 1.000 studenti rispetto all’anno precedente. Nel 2022, il 43% dei borsisti erano donne – la percentuale più alta di sempre.
In molti Paesi d’asilo in tutto il mondo, i rifugiati continuano a faticare per accedere all’istruzione superiore su un piano di parità con i cittadini di quei paesi, a causa della mancanza di politiche educative inclusive, dei posti disponibili, delle tasse proibitive per i corsi e di altri impedimenti amministrativi o burocratici.
Nei Paesi in cui opera, il programma DAFI è talvolta l’unico meccanismo disponibile per i rifugiati per accedere all’istruzione superiore. Generosamente finanziato dal governo tedesco dal 1992, il programma ha sostenuto più di 24.000 studenti, e rappresenta la pietra miliare della strategia globale dell’UNHCR in materia di istruzione, volta a raggiungere e superare il 15% di iscrizioni di rifugiati all’istruzione superiore entro il 2030 (“obiettivo 15by30”).
Con l’attuale tasso di iscrizione al 7% che rappresenta una tappa intermedia nel raggiungimento di questo obiettivo, l’UNHCR chiede di aumentare gli investimenti per ampliare le opportunità di istruzione superiore.
In vista del Global Refugee Forum di quest’anno – il più grande incontro sulle questioni relative ai rifugiati, che si terrà a dicembre – l’UNHCR esorta gli Stati e il settore privato a impegnarsi per aumentare i finanziamenti e l’accesso all’istruzione superiore. È possibile contribuire all’impegno globale 15by30 dell’UNHCR per l’istruzione superiore e l’autonomia dei rifugiati.
I programmi di borse di studio che sostengono nello specifico rifugiati, come il DAFI, sono vitali sia per i rifugiati che per le comunità che li ospitano, in quanto consentono agli studenti che sono costretti a fuggire di continuare gli studi, di assicurarsi un lavoro e di contribuire ai Paesi che li ospitano. Molti borsisti e laureati del DAFI hanno già messo in pratica la loro formazione e le loro competenze, ottenendo posizioni di leadership, avviando aziende, ottenendo un impiego o promuovendo l’innovazione e la ricerca che possono migliorare le vite in tutto il mondo.
L’ultimo rapporto annuale del DAFI celebra i 30 anni del programma di borse di studio. Si tratta di un’istantanea del programma e dell’istruzione superiore dei rifugiati, e contiene anche le considerazioni di oltre 30 borsisti DAFI, che si concentrano su ciò che li ha ispirati a studiare, sul loro lavoro alla guida di progetti nel campo delle arti, delle scienze e dello sviluppo comunitario, nonché sulle organizzazioni e le iniziative che hanno fondato o che intendono portare avanti.
Leggi di più sul programma di borse di studio DAFI e sul “15by30” impegno globale per l’educazione superiore e l’autonomia dei rifugiati.
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