Sono 100mila le persone giunte in Italia via mare dal 1 gennaio ad oggi, di cui oltre il 50% sono in fuga da guerre, violenze e persecuzioni. La maggior parte di loro viene da Eritrea (29%) e Siria (18%), e spesso proseguono il viaggio verso altri paesi dell’Unione Europea.
L’UNHCR elogia nuovamente gli sforzi compiuti dalle autorità italiane nel portare avanti operazioni di soccorso nel Mediterraneo che hanno salvato migliaia di vite.
Malgrado gli imponenti sforzi, sono 1,565 le persone morte o tuttora disperse nel tentativo di attraversare il Mediterraneo alla volta dell’Europa, circa 1,300 solo dall’inizio dell’estate. Questi numeri evidenziano ancora una volta la necessità di offrire delle soluzioni concrete ai rifugiati per scoraggiare le pericolose traversate via mare.
L’UNHCR esorta pertanto gli Stati Membri dell’Unione Europea ad aumentare il loro impegno per fornire alternative quali il reinsediamento, l’ammissione per ragioni umanitarie, regimi di ammissione sulla base di sponsor privati, l’accesso agevolato al ricongiungimento familiare e l’utilizzo di visti per motivi di studio o lavoro, per far si che le persone in fuga non siano costrette ad affidare la propria vita ai trafficanti.
L’UNHCR invita inoltre gli Stati europei ad aumentare la disponibilità e la qualità delle strutture di accoglienza che ricevono le persone soccorse e di identificare soluzioni a lungo termine per i rifugiati ed è pronta a lavorare insieme ai governi per identificare soluzioni durevoli alla situatione attuale.
Nonostante il numero crescente di persone bisognose di protezione in arrivo via mare, è importante sottolineare che l’86% dei rifugiati rimane nei paesi del sud del mondo. Il numero dei rifugiati eritrei è raddoppiato negli ultimi anni a causa del perdurare delle violazioni dei diritti umani nel paese e la maggior parte di loro risiede in Sudan (110mila) ed in Etiopia (84mila), mentre il 20% (65mila) ha trovato protezione in Europa.
Per quanto riguarda la Siria, sono 2.9milioni le persone costrette alla fuga che hanno trovato protezione nei paesi confinanti (Libano 1.1milioni, Giordania 610mila, Turchia 823mila, Iraq 218mila e Egitto 138mila), mentre 123mila si trovano in Europa.
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