Nella parte centrale di Mindanao, più di 120.000 persone sono state costrette ad abbandonare le loro case a causa dei combattimenti tra truppe governative e gruppi armati, iniziati a fine gennaio. L’UNHCR esprime preoccupazione per la sicurezza dei civili a causa del diffondersi del conflitto nei villaggi locali.
Secondo l’Agenzia e i suoi partner, sarebbero 13 i comuni di Maguindanao e del Cotabato settentrionale colpiti nelle otto settimane di scontri tra l’esercito e la polizia da un lato, e il gruppo armato non statale, Bangsamoro Islamic Freedom Fighters, dall’altro. Gli sfollati hanno trovato rifugio in scuole, edifici pubblici e madrase.
La stima di 120.000 persone non include la popolazione ospitata da parenti e amici, e tali numeri sono destinati a crescere con l’estendersi dei combattimenti a comunità che già accolgono un numero considerevole di sfollati.
A causa delle precarie condizioni di sicurezza, l’UNHCR non riesce ad accedere a molte delle aree colpite e si basa sulle informazioni fornite da autorità locali, organizzazioni della società civile e dai propri partner.
L’UNHCR e le altre agenzie delle Nazioni Unite presenti a Mindanao stanno lavorando a stretto contatto con le autorità locali per monitorare le condizioni degli sfollati dentro e fuori dai rifugi. L’Agenzia ha fornito coperte, taniche per l’acqua, materassini, zanzariere e teli di plastica, ma è necessaria ulteriore assistenza.
L’UNHCR esprime particolare preoccupazione per la sicurezza dei civili, tra cui donne e bambini, coinvolti nelle aree di conflitto. Non è chiaro per quanto tempo o in che misura si estenderà l’operazione di ripristino dell’ordine pubblico, e ciò rappresenta un ostacolo per il ritorno sicuro e dignitoso degli sfollati.
Donne e bambini potrebbero potenzialmente essere esposti a sfruttamento e abusi a causa della loro mancanza di reddito e protezione da parte della comunità. Il limitato accesso a cibo, medicine, acqua e alloggi temporanei potrebbe aggravare ulteriormente la loro condizione.
Finché l’operazione di ripristino dell’ordine pubblico sarà in corso, l’UNHCR si appella a tutte le parti del conflitto affinché venga garantita la sicurezza dei civili.
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