L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) accoglie con favore l’adozione da parte del Paraguay di una nuova legge che contribuisce a identificare, proteggere e risolvere la situazione degli apolidi, ovvero di quelle persone che non sono considerate cittadine di nessuno Stato.
Nella giornata di giovedì scorso, il 9 agosto, il Congresso bicamerale del Paraguay ha approvato un progetto di legge presentato a maggio 2017, che tutela i diritti degli apolidi, nonché di coloro che intendono richiedere il riconoscimento di tale status, e che prevede un percorso agevolato verso la naturalizzazione.
La nuova legge assegna alla Commissione nazionale per i rifugiati (CONARE) la responsabilità della determinazione dell’apolidia e contribuisce a garantire che i figli dei cittadini paraguaiani nati in un Paese straniero, che altrimenti sarebbero apolidi, acquisiscano la cittadinanza paraguaiana senza doversi stabilire nel Paese.
Nel 2012, il Paraguay ha aderito alla Convenzione del 1961 sulla riduzione dell’apolidia e nel 2014 alla Convenzione del 1954 relativa allo status degli apolidi. Con l’adozione di questa legge, il Paraguay stabilisce una procedura per la determinazione dell’apolidia e un quadro normativo per la protezione delle persone apolidi; la legge prevede anche percorsi per la naturalizzazione.
Questa legge costituisce un’importante pietra miliare per la regione, che sta lavorando per sradicare l’apolidia entro dieci anni, come parte degli impegni assunti dai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi nel Piano d’azione del Brasile del 2014.
Nel novembre 2014, l’UNHCR ha lanciato la Campagna #IBelong per porre fine all’apolidia entro il 2024. La Campagna cerca di dar maggiore visibilità ai problemi specifici che l’apolidia causa a donne, uomini, ragazzi e ragazze e di rafforzare la risposta dei governi e della società civile. Le persone apolidi sono spesso private dei diritti fondamentali come andare a scuola, vedere un medico, trovare un lavoro, aprire un conto in banca, viaggiare o sposarsi.
Per ulteriori informazioni:
Condividi su Facebook Condividi su Twitter