L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), l’Alto Commissariato della Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e l’UNICEF esprimono grave preoccupazione per la situazione dei 62 migranti e rifugiati soccorsi lo scorso 3 aprile dalla nave “Alan Kurdi” dela Ong Sea Eye, ai quali non è stato ancora garantito un porto di approdo sicuro.
Dalla nave – che si trova attualmente al largo di Malta – sono state fatte scendere negli ultimi tre giorni due donne. Una di loro – che è in stato di gravidanza e il cui marito sarebbe rimasto sulla nave – oggi ha avuto una crisi epilettica.
La situazione è resa difficile dalla lunga permanenza delle persone a bordo e dalle condizioni metereologiche. Inoltre tutti i migranti e rifugiati che sono partiti dalla Libia hanno già sofferto gravi violazioni dei diritti umani.
Le Agenzie ribadiscono l’assoluta priorità di salvare vite umane in mare e assicurare un luogo di sbarco sicuro e tempestivo.
La situazione in Libia rende assolutamente necessario stabilire meccanismi di sbarco in paesi sicuri che siano prevedibili ed in linea con tutte le convenzioni internazionali, che non consentono di ritenere la Libia un porto sicuro.
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