L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) esprime profondo dolore e sgomento per il ripugnante gesto che martedì 5 luglio a Fermo ha causato la morte Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, e manifesta la propria sentita vicinanza e solidarietà alla moglie ventiquattrenne dell’uomo.
“Quello che è successo è sconvolgente e scuote dal profondo il principio stesso di protezione internazionale che, al di là degli obblighi internazionali degli stati, dovrebbe essere radicato nelle coscienze di tutti noi come espressione di umanità ed empatia – ha commentato Stephane Jaquemet, Delegato UNHCR per il Sud Europa – Emmanuel e la sua compagna erano fuggiti dalla Nigeria in seguito ad un attacco di Boko Haram ad una chiesa nel quale la coppia aveva perso una figlia ed i genitori di lui. Trovare la morte in Italia, dopo aver subito violenze e abusi in Libia ed essere sopravvissuti al traversamento del Mediterraneo è gravissimo ed insopportabile.” Ha concluso Jacquemet “Mi auguro che la giustizia segua il suo iter e che si preveda per la giovane compagna di Emmanuel un adeguato sostegno.”
L’UNHCR ritiene che ogni atto di prevaricazione e violenza, che qualsiasi forma di razzismo, intolleranza e discriminazione nei confronti di migranti, rifugiati ed altre minoranze o gruppi vulnerabili vada condannato con forza. In un clima sempre più caratterizzato da tensioni e intolleranza, l’Agenzia condanna con fermezza anche ogni irresponsabile tentativo di fomentare l’odio razziale e di strumentalizzare episodi gravi, come questo avvenuto nella provincia marchigiana, e chiede che i fatti siano riportati dai media e dagli attori politici con la dovuta chiarezza e accuratezza.
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