Mentre il numero di persone in fuga verso il Sudan orientale dalla regione etiope del Tigrè ora supera le 33.000 unità, l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, lavora senza sosta per assicurare assistenza vitale a donne, bambini e uomini estremamente bisognosi.
Mentre il numero di persone in fuga verso il Sudan orientale dalla regione etiope del Tigrè ora supera le 33.000 unità, l’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, lavora senza sosta per assicurare assistenza vitale a donne, bambini e uomini estremamente bisognosi.
Il personale presente ai varchi di confine di Hamdayet, nello Stato di Kassala, e di Lugdi, nello Stato di Gadaref, continua a registrare migliaia di nuovi arrivi ogni giorno.
I rifugiati hanno raccontato al personale dell’UNHCR come siano stati colti nel mezzo delle loro attività quotidiane dallo scoppio improvviso degli scontri. Il personale ha incontrato insegnanti, infermieri, impiegati d’ufficio, agricoltori e studenti colti completamente di sorpresa. Molti sono dovuti fuggire senza poter portare i propri effetti personali e hanno dovuto camminare per ore e attraversare un fiume per mettersi in salvo in Sudan.
I rifugiati arrivano in aree remote dotate di pochissime infrastrutture. Sono necessarie almeno sei ore per raggiungere Hamdayat da Kassala e per arrivare al Villaggio 8, un altro sito che accoglie temporaneamente i rifugiati. Il personale al confine è costretto a imbarcarsi su un traghetto che può trasportare al massimo quattro veicoli oppure fare una deviazione di tre ore via terra.
Le esigenze complessive sono enormi, ma sono stati compiuti progressi nell’assicurare una risposta, dato che un numero maggiore di aiuti è ora in grado di raggiungere il confine. Continuano a essere assicurati pasti caldi e acqua potabile. L’UNHCR ha dispiegato personale per identificare le persone più vulnerabili portatrici di esigenze specifiche. Un numero ulteriore di forniture mediche è stato inviato alle cliniche, tra cui alimenti terapeutici e supplementari per il consumo immediato.
Oltre 5.000 rifugiati sono stati traferiti dal confine all’insediamento di Um Raquba, a 70 km in direzione dell’entroterra.
L’UNHCR ha bisogno del supporto immediato dei donatori per poter continuare ad assistere il crescente numero di rifugiati.
In Etiopia, il numero di sfollati interni è in continuo aumento dopo quasi due settimane di conflitto. La difficoltà di accedere a quanti necessitano di aiuto, sommata all’impossibilità di far entrare aiuti nella regione, continuano a costituire un serio ostacolo. L’Agenzia esprime crescente preoccupazione per l’incolumità e la sicurezza di tutti i civili nel Tigrè, compresi i 100.000 rifugiati eritrei accolti in quattro campi. L’UNHCR non ha notizie del proprio personale da lunedì ed esprime profonda preoccupazione a riguardo.
I rifugiati eritrei nel Tigrè dipendevano totalmente dagli aiuti, compresi cibo e acqua, prima che scoppiasse il conflitto, e vi sono seri motivi di preoccupazione che le ostilità in corso possano condizionare drasticamente l’erogazione di servizi nei campi. Le razioni alimentari sono assicurate fino alla fine di novembre, pertanto è di importanza fondamentale che gli operatori umanitari possano tornare ad avere accesso e a distribuire cibo supplementare prima che i rifugiati restino senza.
L’UNHCR si unisce alle altre agenzie delle Nazioni Unite nell’appello a tutte le parti in conflitto a proteggere i civili sfollati e a garantire l’incolumità degli operatori umanitari, assicurare un cessate il fuoco temporaneo con effetto immediato che consenta di attivare corridoi umanitari, e sollecita a garantire accesso umanitario incondizionato e immediato che permetta di prestare assistenza a quanti ne hanno bisogno nelle aree sotto il controllo di ciascuna parte belligerante.
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