UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime preoccupazione per il deterioramento della situazione delle isole greche nel mar Egeo orientale. Il numero di nuovi arrivi, che ha subito un’impennata ad Agosto, sta aggiungendo ulteriore pressione alle strutture d’accoglienza già allo stremo e sta rendendo ancora più complicati gli sforzi per migliorarne le condizioni.
Lesbo, Chio, Samo e Lero sono quelle che destano maggiore preoccupazione perché interessate da questo incremento degli arrivi, inclusi di molti bambini. Oltre la metà provengono dalle zone di guerra di Siria e Iraq. Ad agosto, gli arrivi via mare sono stati 3.659 mentre nel mese di luglio sono stati 2.249.
Nonostante i progressi compiuti finora, l’UNHCR richiede un’azione consistente per migliorare le condizioni nelle strutture d’accoglienza. L’UNHCR chiede inoltre che venga dislocato maggiore staff nazionale, in particolare in settori quali salute pubblica, supporto psicologico e protezione dei minori non accompagnati.
Si tratta di una fase molto complicata dell’emergenza, poichè è in atto un passaggio di consegne della gestione della crisi dei rifugiati tra ONG e organizzazioni internazionali e le autorità greche.
Con i nuovi arrivi a Lesbo, Samo e Lero si è raggiunto il numero limite consentito per i trasferimenti sul resto del territorio nazionale, e per questo le condizioni di vita sulle isole si aggravano ulteriormente. Le partenze per la terraferma lo scorso mese sono state 2.561 rispetto agli arrivi che sono stati 3.695, sulla base dei dati forniti dalle autorità locali.
Tante tra le persone arrivate sono rimaste sulle isole per mesi e le condizioni dei centri hanno senza dubbio avuto un impatto negativo sul loro benessere psicofisico. Il rischio di violenza, autolesionismo e violenza sessuale è estremamente preoccupante e pertanto è necessario garantire maggiore sicurezza.
La situazione più critica è quella di Samo. Nonostante il recente trasferimento di 640 persone sulla terraferma, più di 1.900 persone restano stipate in nel centro d’accoglienza ed identificazione di Vathi, predisposto ad ospitarne al massimo 700. Tra loro ci sono più di 600 bambini e donne incinte, casi medici gravi e persone con disabilità.
L’UNHCR è preoccupato dell’aumento dei rischi per la salute e il benessere delle singole persone, a causa della scarsità di coperte, materassini, sacchi a pelo, kit igienici, prodotti per la cura dei neonati.
A Chio, in agosto sono arrivate oltre 500 persone. Il centro di Vial ospita oltre 1.100 persone, di queste più di cento non ha una sistemazione adeguata. La maggior parte di loro vive in containers e alcuni tra i nuovi arrivati hanno trovato riparo in 12 tende installate dall’UNHCR. Circa 180 persone rimangono nel centro gestito dal comune di Suda, il quale da tempo è destinato alla chiusura.
A Lesbo, la tensione resta molto alta nel centro di Moria, dove due rivolte sono eplose in queste settimane a causa della lentezza del processo di registrazione delle domande d’asilo per alcune delle nazionalità presenti e a causa del sovraffollamento. Ad agosto, sono arrivate a Lesbo 1.052 persone, e altre 700 solo nella prima settimana di settembre. Lesbo ospita in totale 5.000 persone.
A Lero, si sono registrati oltre 290 nuovi arrivi solo ad Agosto, e venerdì c’era sull’isola 649 persone. Questo mette a dura prova la gestione dei centri governativi già sottorganico (incluso il centro di Lepida).
L’UNHCR ha accolto con favore il supporto tecnico e logistico fornito dall’esercito greco durante questa fase di transizione, ora che il Ministro alle politiche per l’immigrazione è responsabile di gestire la situazione. A seguito del via libera da parte della Commisione Europea, l’UNHCR sta supportando il governo nell’identificare le lacune persenti in questo periodo di transizione e continua a fornire assistenza mirata per quanto riguarda la protezione dei minori, il supporto alle vittime di violenza di genere, la distribuzione di kit di prima necessità, i trasporti e le attività di interpretariato.
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