Negli ultimi 10 giorni, circa 7.300 rifugiati nigeriani sono arrivati nel Ciad occidentale, in fuga a causa degli attacchi degli insorti contro la città di Baga e i villaggi circostanti nel nord est della Nigeria. Lo staff dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Ciad si trova al confine cercando di ottenere maggiori informazioni sui nuovi arrivi e le loro esigenze. Stando ai media, l’attacco di Baga ha causato centinaia di morti e costretto la maggior parte dei suoi abitanti a fuggire.
In Ciad, i rifugiati sono rimasti con le comunità locali nei villaggi a circa 450 chilometri a nord-ovest della capitale, N’Djamena. Il governo del Ciad ha invocato l’assistenza di agenzie umanitarie per aiutare i rifugiati ed è già iniziata la distribuzione di beni di prima necessità. L’UNHCR sta valutando la situazione rispetto alla sicurezza e coordinando l’erogazione degli aiuti. Sono già stati forniti teli di plastica, taniche per l’acqua, stuoie, coperte e utensili da cucina. Anche altre organizzazioni umanitarie stanno distribuendo aiuti.
Giovedì, le autorità del Ciad hanno visitato l’area e richiesto all’UNHCR un aiuto per il trasferimento di oltre 1.000 rifugiati che, da quanto riferito, sarebbero bloccati sull’isola di Kangala, sul Lago Ciad. Il gruppo era arrivato lì da poco, in fuga dall’insicurezza dilagante nel nord est della Nigeria. Con i flussi recenti, adesso il Ciad ospita oltre 10.000 rifugiati.
Nel frattempo in Niger, l’UNHCR ha iniziato a trasferire rifugiati da Gagamari, al confine con l’entroterra del campo Sayam Forage, nella regione di Diffa. Dal 30 dicembre, 336 rifugiati sono stati spostati in tre convogli, altri dei quali sono previsti nei prossimi giorni. I rifugiati fanno parte delle migliaia di persone fuggite nell’area di Gagamari durante le settimane successive all’attacco di novembre contro la città nigeriana di Damassak. Nei prossimi giorni è prevista l’apertura di un secondo campo a Kablewa, nella zona del Lago Chad del Niger, dove migliaia di persone hanno trovato rifugio negli scorsi mesi.
Al momento dell’arrivo nel campo Sayam Forage, i rifugiati sono stati registrati dall’UNHCR e dalla National Eligibility Commission del Niger. Hanno ricevuto documenti di identità e teli di plastica, set da cucina, coperte, stuoie e sapone. L’acqua potabile è stata distribuita da camion e sono state costruite latrine di emergenza. Non tutti i rifugiati vogliono essere trasferiti lontano dal confine. Molti infatti sperano di fare ritorno ai loro villaggi natali quando la situazione si sarà calmata, nonostante la vicinanza del conflitto in Nigeria.
A dicembre, i primi risultati di un censimento governativo ancora in corso organizzato con il supporto tecnico dell’UNHCR, hanno rivelato che almento 90.000 persone, inclusi nigeriani che in precedenza erano residenti in Nigeria, da marzo 2013 hanno trovato rifugio nella regione di Diffa in Niger.
In tutto, il conflitto nel nord est della Nigeria ha causato l’esodo di 135.000 persone – circa 35.000 nigeriani in Camerun e 10.000 in Ciad e il dislocamento di almeno 850.000 persone all’interno degli Stati nigeriani di Adamawa, Borno e Yobe.
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