L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, giovedì 21 novembre ha assistito centinaia di rifugiati che attualmente vivono nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) a fare ritorno a casa nella Repubblica Centrafricana (CAR) – lanciando il primo programma di rimpatrio volontario in assoluto dalla RDC a beneficio di 172.000 persone costrette a fuggire dalla CAR a partire dal 2013.
Circa 400 rifugiati sono partiti con un convoglio composto da quattro camion e veicoli leggeri dal campo rifugiati di Mole diretto a Zongo, nella provincia di Sud Ubangi, nella RDC settentrionale. Successivamente, hanno proseguito il viaggio in nave fino a Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana.
La maggior parte dei rifugiati viveva nella RDC da diversi anni, da quando le violenze esplose nella Repubblica Centrafricana li avevano costretti a fuggire per cercare rifugio nel paese limitrofo.
Il lancio del programma di rimpatrio volontario è frutto dell’accordo tripartito sottoscritto dall’UNHCR e dai Governi della RDC e della CAR a giugno 2019.
Da quando è stato firmato l’accordo, circa 4.000 persone si sono registrate al programma, esprimendo il desiderio di essere aiutate a fare ritorno nel proprio Paese entro la fine del 2019. Nonostante alcuni rifugiati abbiano organizzato autonomamente il proprio rimpatrio, l’UNHCR prevede di assistere circa 25.000 persone entro la fine del 2020 attraverso l’implementazione graduale di questo programma.
Coloro che hanno fatto ritorno hanno dichiarato che le ragioni principali ad averli spinti a porre fine al proprio esilio sono state il miglioramento delle condizioni di sicurezza nelle aree di origine e l’accordo di pace siglato tra il Governo della CAR e i gruppi armati.
Nella CAR, i rifugiati stanno ritornando a Bangui e nelle prefetture di Lobaye, Ombella M’poko, la Kemo, Nana Mambere, Mambere Kadei e Sangha-Mbaere, dove la situazione è migliorata nell’arco degli ultimi due anni.
Prima di fare ritorno, rappresentanti dei rifugiati avevano visitato le aree di origine constatando la presenza di autorità amministrative e per la sicurezza, e di organizzazioni umanitarie e per lo sviluppo.
Ai rifugiati in procinto di rimpatriare sono assicurati il trasporto e un pacchetto di denaro in contanti e beni essenziali di uso domestico per aiutarli a ricominciare una volta tornati nella CAR.
L’UNHCR, inoltre, sta facilitando il processo di reintegrazione sostenendo le procedure per l’acquisizione di documenti civili e attestati scolastici. L’Alto Commissariato ha reso possibile la costruzione di aule scolastiche in alcune delle aree individuate.
Considerato che circa la metà dei rifugiati in procinto di ritornare è composta da agricoltori, il Governo della CAR ha messo a disposizione terreni coltivabili affinché essi possano utilizzarli per sostenere le proprie famiglie. L’UNHCR, inoltre, sta lavorando con le autorità giudiziarie per facilitare il recupero delle proprietà appartenenti ai rifugiati.
Tuttavia, la CAR necessita di maggiore sostegno per migliorare l’accesso ad assistenza sanitaria di primo livello, istruzione e altri servizi sociali.
Quasi 600.000 rifugiati originari della CAR vivono nella RDC e in altri Paesi limitrofi, mentre altrettanti continuano a restare sfollati all’interno del Paese. I rimpatri volontari si basano su decisioni prese individualmente dai rifugiati, pertanto sarà necessario continuare a garantire la protezione di coloro che restano nei Paesi di accoglienza ritenendo non sicuro fare ritorno nelle proprie aree di origine.
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