Si stima che siano 8.500 i rifugiati che a partire dal 18 agosto hanno spontaneamente lasciato l’insediamento di Lóvua, nella Provincia di Lunda Norte in Angola, con l’intenzione di fare ritorno nella Repubblica Democratica del Congo (RDC). Sembra essersi trattato della reazione a notizie di maggiore sicurezza in alcuni dei luoghi di origine dei rifugiati, oltre alla preoccupazione di tornare a casa in tempo per l’inizio dell’anno accademico.
Più di mille rifugiati hanno già fatto ritorno in RDC, e molti altri sono diretti verso il confine con la regione del Kasai.
La Provincia del Kasai si sta ancora riprendendo dagli scontri tra gruppi armati ed esercito della RDC iniziati nel 2017 e che hanno costretto circa 1,4 milioni di persone alla fuga. Di queste, circa 37.000 hanno cercato rifugio in Angola.
I ritorni spontanei di questa settimana dal nord est dell’Angola sono legati alle elezioni presidenziali e alle recenti discussioni tra rifugiati e funzionari ospiti della RDC, in occasione delle quali i rifugiati sono stati informati del miglioramento della situazione di sicurezza nelle Province del Kasai.
Fino ad oggi, l’insediamento di Lóvua ha ospitato più di 20.000 rifugiati. Il Governo dell’Angola ha offerto servizi di trasporto ad alcuni di coloro che hanno deciso di mettersi in marcia, ma altri hanno abbandonato l’insediamento di propria iniziativa. Molti rifugiati si accampano lungo le strade principali nel nord est dell’Angola, e tra essi vi sono anche donne e bambini.
L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, lavora con i propri partner e con i governi di Angola e RDC al fine di rispondere ai bisogni umanitari dei rifugiati. Abbiamo dislocato il nostro personale lungo le vie del ritorno per monitorare la situazione e intervenire qualora necessario, oltre che per fornire informazioni ai rifugiati.
Nella RDC, l’UNHCR lavora con le autorità locali per mettere a punto sistemi di controllo ai punti di ingresso al confine per valutare la natura di questi ritorni spontanei, oltre che per ottenere informazioni di prima mano relative all’assistenza di cui la popolazione necessita una volta fatto ritorno a casa.
L’UNHCR è attualmente impegnato in discussioni tripartite con l’Angola e la RDC per attuare un meccanismo volto a garantire che il ritorno sia volontario, dignitoso e sostenibile, secondo il principio internazionale per cui la decisione di ogni rifugiato che fa ritorno al proprio paese di origine dev’essere di natura volontaria. Pur comprendendo il desiderio dei rifugiati di fare ritorno a casa, l’UNHCR fa appello ai governi di entrambi i paesi affinché migliaia di rifugiati non vengano messi in pericolo a causa dell’assenza di pianificazione, trasporto e assistenza adeguati.
Benché negli ultimi mesi vi siano stati miglioramenti nella regione del Kasai, in altre zone della RDC migliaia di persone continuano a fuggire dalle proprie case nelle province del Sud Kivu, Nord Kivu e Ituri, vicino al confine con l’Uganda.
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