L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha trasferito, nella giornata di giovedì, 132 rifugiati e richiedenti asilo in condizioni di vulnerabilità da Tripoli a Niamey, la capitale del Niger. Si tratta del primo gruppo di rifugiati trasportati in aereo dalla Libia da quando il programma di evacuazione umanitaria dell’UNHCR era stato temporaneamente sospeso all’inizio di marzo, a seguito delle preoccupazioni espresse dal governo del Niger per il fatto che le partenze finalizzate al reinsediamento in altri paesi non avessero lo stesso ritmo degli arrivi nel paese.
“I rifugiati trattenuti in Libia languono in condizioni estreme che mettono a rischio la loro vita e il loro benessere” ha affermato Vincent Cochetel, inviato speciale dell’UNHCR per la situazione nel Mediterraneo centrale. “Il programma dunque si propone di tutelare le persone vulnerabili da ulteriori pericoli. Il governo del Niger ha generosamente offerto uno spazio aggiuntivo in grado di accogliere fino a 1.500 rifugiati nell’ambito del meccanismo di transito di emergenza gestito dall’UNHCR a Niamey con il sostegno finanziario dell’Unione Europea. Ora abbiamo urgente bisogno di trovare soluzioni di reinsediamento per questi rifugiati in altri paesi”.
Questo è stato il secondo tentativo di trasferire rifugiati e richiedenti asilo dalla Libia a bordo di un volo charter. Nella giornata di martedì, infatti, l’aereo aveva dovuto far rientro a Tripoli mentre era in volo a causa di un guasto tecnico. I rifugiati e i richiedenti asilo avevano così dovuto trascorrere un’altra notte nei centri di accoglienza.
Sono previste ulteriori evacuazioni che riguarderanno rifugiati che si trovano in diversi centri di detenzione in Libia.
Dal mese di novembre 2017, l’UNHCR, con il sostegno dell’Unione europea e delle autorità libiche, ha evacuato 1.474 rifugiati e richiedenti asilo vulnerabili, tra cui madri sole, famiglie e minori non accompagnati o separati, trasferendoli dalle strutture dove erano trattenuti e ricollocandoli in Niger (1.152), Italia (312) e Romania (10).
Oltre a ciò, l’UNHCR ha esaminato 477 casi di reinsediamento direttamente dalla Libia verso paesi terzi e continua a richiedere ulteriori località atte al reinsediamento, che possano rappresentare una soluzione sicura, salvavita e duratura per rifugiati vulnerabili e richiedenti asilo in Libia.
Queste iniziative fanno parte di una serie di misure necessarie a offrire alternative valide ai pericolosi viaggi intrapresi da rifugiati e migranti lungo la rotta del Mediterraneo centrale.
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