Nella giornata odierna l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) pubblica le linee guida volte ad aiutare gli Stati ad affrontare problemi di sicurezza pur mantenendo i necessari standard di protezione dei rifugiati.
Le raccomandazioni sono contenute in un documento presentato dall’Assistente Alto Commissario per la protezione, Volker Türk, in occasione di un incontro intergovernativo. Il documento sostiene che la sicurezza nazionale e la protezione internazionale dei rifugiati non si escludono a vicenda e richiede di adottare un approccio comprensivo che assicuri di raggiungere entrambi gli obiettivi. Attualmente, con la crescente polarizzazione del dibattito politico in materia di rifugiati in alcuni paesi, la preoccupazione è che i richiedenti asilo e i rifugiati possano diventarne vittime e che la protezione dei rifugiati – che ha permesso di salvare la vita di milioni di persone dalla seconda guerra mondiale in poi – possa essere in pericolo.
Due punti importanti da tenere in considerazione sono che i rifugiati sono essi stessi in fuga da persecuzioni e violenze, compresi spesso atti terroristici; e che la Convenzione sui rifugiati del 1951 esclude esplicitamente le persone combattenti o che hanno commesso crimini gravi.
Per quanto riguarda i controlli alle frontiere, l’UNHCR comprende la necessità degli Stati di mettere in pratica adeguate misure di sicurezza nei punti d’accesso, per esempio aumentando i controlli, compreso l’uso di dati biometrici come le impronte digitali e la scansione dell’iride. Le raccomandazioni dell’Agenzia includono una guida pratica per garantire che queste e altre misure siano eseguite correttamente e proporzionalmente, che siano soggette a controllo giudiziario, e che si evitino le discriminazioni, ad esempio in base a nazionalità, razza, etnia o religione. Le domande di asilo devono essere esaminate individualmente.
Nei casi riguardanti l’esclusione di persone per gravi atti criminali o terroristici, il documento raccomanda che venga condotta una valutazione legale e dei fatti, se necessario, da parte di unità specializzate nelle clausole di esclusione. L’Agenzia offre delle linee guida su questo aspetto e sulle relative misure da attuare, tra cui la gestione delle richieste di estradizione e di detenzione. Essa rileva anche che le persone che forniscono fondi alle organizzazioni terroristiche possono essere essi stessi esclusi dallo status di rifugiato, a seconda delle circostanze individuali.
La registrazione rappresenta una parte cruciale del processo di protezione dei rifugiati e l’UNHCR ritiene che sia essenziale introdurre sistemi adeguati per le pratiche di registrazione, oltre che per il monitoraggio dell’identità e della sicurezza – anche in situazioni di afflussi di rifugiati su larga scala. Dal momento che i rifugiati sono persone che rischiano della propria vita, lo scambio di informazioni tra Stati deve essere condotto in linea con i principi e le norme di protezione dei dati stabiliti dalla legge.
Il reinsediamento e altre forme di ammissione rimangono uno strumento chiave per garantire sicurezza ai rifugiati e offrire una soluzione alla loro condizione. Alla luce dell’attuale numero record di migranti forzati a livello mondiale – circa 60 milioni – il documento afferma che oggi più che mai è fondamentale che il reinsediamento e altre forme di ammissione continuino a essere opzioni praticabili ed efficaci a disposizione della comunità internazionale per affrontare le questioni relative ai rifugiati. I programmi di reinsediamento, gestiti dall’UNHCR insieme agli Stati riceventi, in molti casi comportano meccanismi di screening di gran lunga più severi di quanto richiesto nel caso di altre forme di ammissione nel paese. Ciò nonostante, per placare ogni preoccupazione, le raccomandazioni dell’UNHCR includono il supporto per mantenere nel tempo i controlli di sicurezza – se non altro per il fatto che i programmi di reinsediamento rappresentano un’alternativa sicura e regolare ai pericoli del mare e ad altri viaggi che non mettono solo a rischio la vita dei rifugiati, ma che altresì recano profitto ai trafficanti e rendono ancora più difficile il lavoro delle forze di sicurezza di confine. Probabilmente il rischio più grande in ogni contesto di insicurezza è rappresentato dall’aumento della xenofobia e della diffamazione diretta nei confronti di persone che fuggono da conflitti violenti. Il documento invita gli Stati a esercitare continuamente il proprio ruolo di guida nello sdrammatizzare e de-politicizzare le sfide associate alla gestione dei flussi di rifugiati.
Questo documento rappresenta un aggiornamento del precedente, pubblicato a novembre del 2001. Il testo integrale del documento è disponibile al seguente indirizzo: http://www.refworld.org/docid/5672aed34.html.
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