La nota seguente è una sintesi di quanto dichiarato da Elizabeth Tan, Direttrice della Divisione Protezione Internazionale UNHCR – alla quale è possibile attribuire le citazioni che compaiono nel testo – durante il briefing alla stampa tenutosi oggi al Palazzo delle Nazioni di Ginevra.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, oggi ha pubblicato nuove linee guida sull’eleggibilità per la concessione dello status di rifugiato ai somali in fuga dal proprio Paese.
Le linee guida mirano ad assistere gli organi responsabili della disamina delle domande di protezione internazionale presentate dai richiedenti asilo in fuga dalla Somalia e quelli incaricati di definire politiche di governo in materia.
Il conflitto armato in corso e le diffuse violazioni di diritti umani continuano a colpire i civili mettendone in pericolo la vita e costringendo molti ad abbandonare la propria casa per mettersi in salvo.
In numerose aree del Paese si continuano a registrare assenza di sicurezza e attacchi contro le persone, tra cui minoranze etniche e sociali, donne, bambini e persone con disabilità. In seguito a un recente attacco sferrato contro l’hotel Hayat, a Mogadiscio, almeno 21 civili sono rimasti uccisi e altri 117 feriti.
L’UNHCR ritiene che tra le persone a rischio, vi siano anche gli anziani dei clan, delegati elettorali, personale e funzionari governativi, funzionari di polizia, soldati fuori servizio e operatori umanitari.
Il deteriorarsi della situazione sul piano della sicurezza, che ha fatto registrare anche violazioni dei diritti umani, aggrava la crisi umanitaria in corso in Somalia, minando le capacità di risposta del governo e delle agenzie umanitarie. La Somalia sta affrontando la peggiore siccità degli ultimi 40 anni e vi è il rischio che nei prossimi mesi un’estesa carestia colpirà la popolazione.
Le nuove linee guida dell’UNHCR affermano che gli Stati devono consentire alle persone in fuga dalla Somalia di cercare sicurezza e che devono valutarne le domande di asilo conformemente al diritto internazionale. I casi delle persone per le quali sarebbe dimostrato che fuggono da volenze, violazioni di diritti umani e persecuzioni, soddisferebbero i criteri per la concessione dello status di rifugiato ai sensi della Convenzione del 1951 sui Rifugiati, o ai sensi di strumenti giuridici regionali, o del più ampio mandato dell’UNHCR.
Alla fine del 2021, nel mondo si registravano 836.300 rifugiati e richiedenti asilo somali, la maggior parte dei quali – almeno l’80 per cento (ovvero oltre 650.000) – accolta in Paesi limitrofi o della regione, tra i quali Etiopia, Kenya, Yemen, Gibuti, Uganda e Sudan.
Elogiamo l’impegno assicurato dai Paesi confinanti, dal momento che hanno onorato i propri obblighi giuridici internazionali mantenendo le frontiere aperte ai somali in fuga. Tuttavia, esortiamo tutti i Paesi, compresi quelli più lontani, a fare altrettanto. Questi ultimi, inoltre, possono contribuire ad assicurare ulteriore supporto ai Paesi di accoglienza della regione e incrementare il numero di posti destinati al reinsediamento dei somali in fuga e di altri rifugiati a più elevato rischio nei Paesi di asilo.
Le indicazioni dell’UNHCR in materia di protezione internazionale delle persone in fuga dalla Somalia (International Protection Considerations with Regard to People Fleeing Somalia) sono disponibili al link https://www.refworld.org/docid/6308b1844.html
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