L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) è seriamente preoccupato per la ripresa degli arresti, delle detenzioni e delle espulsioni dei richiedenti asilo e dei rifugiati nello Sri Lanka.
Il governo dello Sri Lanka ha avviato questa prassi il 9 giugno di quest’anno. Le operazioni si sono interrotte il 15 agosto per poi riprendere il 3 settembre.
L’UNHCR ha appreso che tra il 3 e l’11 settembre 62 pakistani e 3 afgani richiedenti asilo sono stati arrestati e trattenuti; 40 di loro sono stati successivamente espulsi. Dall’inizio di giugno, le autorità hanno complessivamente arrestato e detenuto 328 rifugiati e richiedenti asilo, espellendone 183 in Pakistan e in Afghanistan.
L’Agenzia ONU per i rifugiati ritiene che ci siano ancora 102 persone in carcere che rientrano nel suo mandato, di cui 38 pakistani e 64 afgani.
Quando i primi di questo mese l’UNHCR ha incontrato il governo, ci sono state rassicurazioni sull’immediato rilascio dei richiedenti asilo e dei rifugiati arrestati e detenuti da giugno.
Sebbene sia stata apprezzata la rapidità mostrata dal governo nel rilasciare agli inizi di settembre i 71 pakistani e i 2 iraniani rifugiati e richiedenti asilo, non tutte le persone in stato di fermo sono state rilasciate e l’UNHCR esprime il proprio disappunto sulla ripresa delle operazioni di arresto, detenzione e allontanamento.
L’UNHCR chiede al governo di astenersi da ulteriori arresti ed espulsioni di persone che rientrano nel suo mandato e di rispettare le proprie responsabilità ai sensi del diritto internazionale. L’Agenzia ribadisce il proprio appello alle autorità affinché le sia permesso di incontrare i richiedenti asilo detenuti, in modo da poter valutare le loro necessità di protezione internazionale. L’UNHCR è pronto a collaborare con il governo per fornire assistenza e cercare soluzioni durature per i rifugiati e i richiedenti asilo nel paese.
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