L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, sta intensificando l’assistenza agli sfollati interni iracheni di ritorno alle proprie città e ai propri villaggi nel tentativo di mitigare una parte degli effetti negativi derivanti dalla chiusura dei campi imposta dal governo su larga scala quando l’inverno è alle porte.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, sta intensificando l’assistenza agli sfollati interni iracheni di ritorno alle proprie città e ai propri villaggi nel tentativo di mitigare una parte degli effetti negativi derivanti dalla chiusura dei campi imposta dal governo su larga scala quando l’inverno è alle porte.
In seguito all’annuncio della volontà del governo di accelerare l’adozione di soluzioni a favore di oltre 250.000 sfollati interni, le autorità hanno avviato la chiusura di 10 campi nei governatorati di Baghdad, Kerbala, Diyala, Anbar, Ninive e Kirkuk a partire dal 18 ottobre. Il governo ha comunicato che è prevista la chiusura di altri campi entro la fine del 2020.
Ad oggi, circa 48.000 sfollati interni sono stati informati del fatto che i campi presso cui hanno trovato riparo saranno chiusi entro la fine del mese in corso. Le informazioni condivise dal governo in relazione alle chiusure dei campi e le loro tempistiche sono cambiate rapidamente creando situazioni di incertezza tra numerose famiglie di sfollati interni. Molti si sono opposti all’obbligo di abbandonare i campi in questo momento, date le preoccupazioni legate a condizioni di vita, distruzioni, tensioni e assenza di sicurezza nelle proprie aree di origine. Alcuni sfollati interni sostengono di essere stati avvisati con solo due giorni di anticipo in relazione all’obbligo di lasciare i propri alloggi.
Alcuni sfollati interni hanno traslocato dai campi ad abitazioni in locazione, ma temono di esserne sfrattati date le risorse limitate a propria disposizione. Altri, lamentando assenza di informazioni in merito alla disponibilità di alternative e impossibilitati a fare ritorno alle proprie case, hanno accettato soluzioni abitative sovraffollate condivise con amici e familiari.
L’UNHCR ha sollevato motivi di preoccupazione presso il governo, evidenziando come alcune delle chiusure siano state effettuate senza adeguati tempi di preavviso né consultazioni coi rappresentanti delle popolazioni sfollate interne e con le agenzie umanitarie operative nei campi. L’Agenzia esprime particolare apprensione in merito agli sfollati interni che affermano di non poter fare ritorno in assenza di colloqui strutturati con le comunità e con le autorità locali nelle proprie aree di origine, nell’Iraq centrale e occidentale, già duramente colpite da anni di terrore e conflitto.
L’UNHCR, inoltre, riconosce gli sforzi profusi per trovare soluzioni a beneficio di alcuni sfollati interni che non potevano, o non intendevano, fare ritorno alle proprie terre di origine.
Insieme ai partner, l’Agenzia sta supportando le autorità per informare le famiglie di sfollati interni in relazione alla tempistica delle chiusure, alle opzioni a disposizione di quanti sono impossibilitati a fare ritorno, e alle forme di assistenza che saranno loro assicurate una volta fatto ritorno. L’UNHCR erogherà aiuti in denaro contante una tantum per aiutare le famiglie a soddisfare le esigenze più pressanti nei mesi invernali in arrivo, e assicurerà assistenza legale affinché esse possano ottenere il rilascio di documenti di stato civile e di proprietà. L’Agenzia, inoltre, sta lavorando coi partner per il recupero delle infrastrutture nelle aree di origine.
L’UNHCR resta impegnata a supportare il Governo dell’Iraq nel conseguimento di soluzioni a favore degli sfollati interni. Tuttavia, desidera sottolineare la necessità di adottare un approccio graduale che risponda alle esigenze di riconciliazione, ricostruzione e ripristino dei mezzi di sostentamento nelle aree di origine, e che, per quelle famiglie che non possono fare ritorno alle proprie case, vagli opportunità affinché possano integrarsi e stabilirsi nelle aree di accoglienza.
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