L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime profondo dolore per le notizie secondo cui almeno 20 persone, tra le quali donne e bambini piccoli, avrebbero perso la vita nella calca creatasi domenica scorsa per ricevere aiuti alimentari e assistenza in denaro nella regione di Diffa, in Niger.
Gli aiuti, destinati ai rifugiati nigeriani presenti nell’area, erano in corso di distribuzione su autonoma iniziativa di autorità nigeriane in visita nel Paese.
Sono cinque i rifugiati che hanno perso la vita, e molti altri sono feriti. Si teme che il numero delle vittime possa aumentare, una volta che ospedali e cliniche della regione avranno diffuso maggiori informazioni.
“Siamo sgomenti e addolorati per la morte di queste persone”, ha dichiarato la Rappresentante dell’UNHCR in Niger, Alessandra Morelli.
“Apprezziamo tutti gli sforzi profusi da quanti stanno offrendo il proprio aiuto ai rifugiati, ma rivolgiamo un appello deciso affinché tali azioni siano coordinate con le autorità locali e con le agenzie umanitarie impegnate in Niger”.
L’UNHCR, che non era coinvolta nella distribuzione di aiuti avvenuta domenica scorsa, offre servizi e assistenza per soddisfare le esigenze di protezione di rifugiati e sfollati interni nel Niger sudorientale e opera un meccanismo di distribuzione degli aiuti secondo procedure che ne garantiscono lo svolgimento in condizioni sicure ed efficaci.
Quest’area, confinante con lo Stato nigeriano di Borno, attualmente accoglie 263.000 persone costrette alla fuga dalle violenze scoppiate nella regione del bacino del Lago Ciad, quasi metà delle quali, circa 120.000, è composta da rifugiati. Questi ultimi sono per la stragrande maggioranza donne e bambini provenienti dalla Nigeria, e, solo di recente, poche migliaia ne sono arrivati dal Ciad.
L’UNHCR assicura assistenza d’emergenza ai sopravvissuti garantendo cure mediche e supporto psicosociale, ed è pronta a sostenere le autorità per rispondere alla tragedia in corso.
In Niger e nella regione del bacino del Lago Ciad, l’UNHCR guida la risposta internazionale volta a proteggere le persone costrette a fuggire da conflitti e persecuzioni. Inoltre, ha chiesto ininterrottamente che si rafforzi il coordinamento tra attori umanitari e attori per lo sviluppo nelle aree in cui sono presenti le popolazioni sfollate.
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