L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, esorta gli Stati ad agevolare e accelerare le procedure di ricongiungimento per gli afghani i cui familiari sono rimasti in Afghanistan o sfollati nella regione.
Sebbene i recenti sviluppi politici occorsi in Afghanistan non abbiano provocato esodi su vasta scala oltre confine, molti degli afghani che risultavano essere già rifugiati o richiedenti asilo continuano a rimanere separati dalla propria famiglia a causa dell’impossibilità di accedere alle procedure di ricongiungimento familiare.
In molti si recano presso gli uffici dell’UNHCR seriamente preoccupati per l’incolumità e il benessere dei propri familiari rimasti in Afghanistan o nei Paesi limitrofi.
Per preservare l’unità familiare e contribuire a proteggere vite umane nella situazione eccezionalmente problematica in cui versa il Paese, l’UNHCR si appella agli Stati affinché diano priorità e semplifichino le procedure di accesso alle istanze di ricongiungimento familiare.
Il principio di unità familiare è tutelato dal diritto internazionale e dagli strumenti giuridici regionali vincolanti. In numerosi Paesi, questo principio è attuato anche dalla legislazione nazionale.
Sebbene numerosi Paesi dispongano di specifici quadri giuridici che prevedono il ricongiungimento familiare dei rifugiati e che offrono tutele e deroghe specifiche, l’UNHCR esprime preoccupazione in merito al fatto che molti rifugiati afghani potrebbero dover far fronte a barriere significative di carattere amministrativo nell’attuazione di questo diritto.
Alcune di queste barriere includono costi proibitivi, lunghi tempi di attesa e rigidi requisiti in materia di documentazione.
Nonostante alcuni Paesi si siano recentemente impegnati a implementare procedure più rapide, anche mediante l’adozione di programmi di rilascio di visti umanitari, e ad assicurare priorità all’esame delle istanze di ricongiungimento delle famiglie afghane, l’UNHCR esorta gli Stati ad agevolare, espandere e accelerare l’introduzione di tali misure.
L’UNHCR, inoltre, incoraggia i Paesi ad applicare criteri liberali e rispettosi della dignità umana nei processi di identificazione dei familiari idonei a usufruire di tali schemi, tenendo in considerazione strutture e composizioni diverse delle famiglie.
L’Agenzia esorta ad agire affinché l’idoneità per l’accesso alle procedure di ricongiungimento familiare sia estesa anche ai membri della famiglia allargata allorché sia dimostrata una relazione di dipendenza.
Nel contesto attuale, molti di coloro che intendono ricongiungersi ai propri cari in Paesi terzi soddisferanno comunque i requisiti per essere riconosciuti rifugiati e potranno beneficiare di tutte le tutele previste in materia di protezione dei rifugiati.
Considerato che in Afghanistan numerosi consolati e ambasciate sono attualmente chiusi, l’UNHCR, inoltre, esorta i Paesi a tener conto delle restrizioni a cui i rifugiati potrebbero dover far fronte per soddisfare i gravosi requisiti amministrativi e di documentazione per accedere a tali procedure.
L’Agenzia propone di adottare un approccio più pragmatico e flessibile, anche mediante l’uso di metodi di esame innovativi e di interviste a distanza.
Nonostante differiscano dai programmi di reinsediamento, gli schemi di ricongiungimento familiare possono completare i programmi umanitari facilitando l’ingresso legale e sicuro dei rifugiati in altri Paesi, contribuendo a limitare il ricorso a viaggi pericolosi e irregolari e permettendo loro di accedere alla protezione e a soluzioni a lungo termine.
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