Il conflitto nella regione del Kasaï, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) sta causando distruzione e sofferenze di proporzioni enormi.
La scorsa settimana, lo staff dell’UNHCR è tornato dai territori di Kamonia, al confine tra RDC e Angola. Si è trattato della prima missione dell’UNHCR in quello che è stato il teatro degli scontri. Il nostro staff ha riferito di interi villaggi bruciati e di civili in condizioni disperate per via dell’interruzione dei servizi di base e del dilagare dell’illegalità.
La missione è stata resa possibile grazie al graduale miglioramento dell’accesso degli aiuti umanitari nella regione di Kasaï. L’UNHCR invita le autorità a fornire pieno accesso alle organizzazioni umanitarie per assistere tutti coloro che abbiano bisogno di protezione e assistenza. Si richiede inoltre un miglioramento nelle condizioni di sicurezza nell’area, per permettere ai rifugiati e agli sfollati interni di tornare alle loro case.
Nell’area vicino alla città di confine di Kamako, nove villaggi su dieci sono stati bruciati a seguito di attacchi di gruppi armati o di scontri tra questi e le forze governative. I gruppi armati locali hanno sistematicamente distrutto o saccheggiato presidi sanitari, scuole e altri edifici pubblici. Insegnanti e infermieri sono fuggiti o sono stati assassinati.
Centinaia di bambini sono stati strappati ai propri genitori o hanno assistito ai loro omicidi. Questi bambini vengono accolti provvisoriamente da famiglie affidatarie, ma non esiste un sistema di sostegno psicosociale per coloro che hanno subito traumi. Anche gli anziani, i disabili e i malati si trovano a serio rischio.
La crisi di Kasaï ha avuto inizio oltre un anno fa, dapprima come focolaio di tensioni locali e in seguito come vero e proprio conflitto che ha coinvolto nove delle 26 provincie della RDC. Vaste porzioni della regione al centro del conflitto sono ora sotto il controllo delle forze governative, ma il ritorno alla pace è un percorso ancora delicato. In altre aree vi sono ancora testimonianze di violenze.
Nel complesso si stima che oltre 1,4 milioni di persone sono state sfollate in seguito alle violenze nella regione di Kasaï.
Nonostante la situazione rimanga critica, alcuni congolesi che hanno cercato rifugio in Angola stanno cercando di tornare nelle loro case a Kasaï. Dall’aprile del 2017 circa 33.000 rifugiati in fuga dal conflitto sono stati registrati nella provincia angolana di Lunda Norte, ma recentemente un’organizzazione partner dell’UNHCR ha identificato alcuni congolesi che sono tornati volontariamente dall’Angola, la maggior parte dei quali nel mese di agosto. Molti di questi hanno trovato le loro case distrutte e sono costretti a vivere in condizioni analoghe a quelle degli sfollati interni.
L’UNHCR sta dislocando il proprio staff e sta aprendo tre uffici nella regione di Kasaï. Rimane però il problema relativo alla mancanza di risorse per fornire una risposta tanto necessaria e urgente su larga scala. A fronte dei 102,5 milioni di dollari richiesti per affrontare la situazione del Congo e dell’Angola ne è stato ricevuto solo il 17%.
Materiale disponibile: un video sugli sfollati interni in fuga dalla regione di Kasaï è disponibile sulla nostra piattaforma media.unhcr a questo indirizzo: http://media.unhcr.org/Share/48w7a6657kl4rr68f4e8bpo73b6qif02
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