Questa è una sintesi di quanto detto da Elizabeth Tan, direttrice della Protezione Internazionale dell’UNHCR, a cui può essere attribuito il testo citato, al briefing odierno per la stampa al Palais des Nations a Ginevra.
L’UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, ha emanato oggi un parere aggiornato sui rimpatri per la Repubblica Democratica del Congo (DRC) ribadendo la sua richiesta per uno stop ai rimpatri forzati, compresi quelli dei richiedenti asilo la cui richiesta è stata rigettata, nelle province orientali di Kivu Nord, Kivu Sud e Ituri.
L’UNHCR invita inoltre gli Stati a garantire ai rifugiati l’accesso al proprio territorio e a trattarli in conformità con la Convenzione dell’OUA del 1969 che regola gli aspetti specifici dei problemi dei rifugiati in Africa e con la Convenzione del 1951 sullo status dei rifugiati.
L’UNHCR esprime la sua preoccupazione per un aumento degli attacchi contro i civili, compresi quelli residenti nei campi nell’est del paese.
In uno di questi odiosi attacchi al campo di Plaine Savo nella provincia di Ituri, nel febbraio 2022, un gruppo armato non statale ha ucciso almeno 62 persone e ferito più di 40. Da febbraio in poi, attacchi come questo hanno provocato più di 1000 morti fra le persone che risiedono nei campi o che cercano di ritornare nelle loro case. Dall’inizio del 2022 l’UNHCR ha registrato più di 50.000 violazioni dei diritti delle popolazioni civili, compresi i rifugiati e gli sfollati interni.
L’escalation dei conflitti armati aggrava ulteriormente la situazione. Dal 20 ottobre, i combattimenti tra il gruppo ribelle M23 e l’esercito congolese hanno costretto 188.000 persone a fuggire. Ancora prima di quest’ultimo picco si stimava che 5,6 milioni di congolesi fossero sfollati all’interno del Paese. Un altro milione ha trovato rifugio in 22 paesi africani, il che fa di questa una delle più grandi crisi umanitarie al mondo. La stragrande maggioranza, 4,9 milioni, sono sfollati internamente a causa del conflitto che interessa Kivu Nord, Kivu Sud e Ituri, mentre quasi 700.000 persone si sono allontanate dalle loro case a causa dei fenomeni climatici estremi.
Gli Stati hanno la responsabilità morale e legale di permettere a chi fugge dai conflitti di cercare sicurezza, di vedersi concedere l’asilo in linea con la Convenzione OAU del 1969 e, laddove applicabile, sotto la convenzione sui rifugiati del 1951; e di non rimpatriare forzatamente i rifugiati. Il parere dell’UNHCR contro i rimpatri forzati nelle province congolesi di Kivu Nord, Kivu Sud e Ituri rimane in vigore finché le condizioni non miglioreranno tanto da permettere un ritorno in sicurezza e dignità.
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