Le condizioni di prima accoglienza per i rifugiati che arrivano in Grecia nel Nord Egeo e nelle isole del Dodecaneso stanno peggiorando, nonostante i notevoli sforzi delle autorità locali e della società civile. Centinaia di rifugiati continuano ad arrivare ogni giorno a bordo di gommoni e barche di legno, mettendo a dura prova le comunità insulari che li accolgono.
Dall’inizio di quest’anno, più di 55.000 rifugiati sono arrivati in Grecia via mare dalla Turchia. Le principali isole interessate da questi flussi sono Lesbo (circa 21.600 arrivi), Chios (9.400), Kos (8.900), Leros (3.900) e Samo (3.500), ma le persone stanno arrivando anche altrove. Più del 90 per cento provengono da paesi afflitti da guerre e conflitti, principalmente Siria (oltre il 60 per cento degli arrivi di quest’anno), Afghanistan, Iraq e Somalia.
Si prevede che il numero di arrivi aumenterà ulteriormente durante l’estate, quando le condizioni meteorologiche rendono la traversata in mare meno pericolosa.
Le autorità di polizia, la guardia costiera e le autorità locali (regionali e comunali) hanno dispiegato personale e risorse supplementari, ma la risposta continua a essere insufficiente rispetto ai bisogni. I privati cittadini, i volontari locali e le ONG si stanno tutti dando da fare nella distribuzione di cibo, acqua, scarpe e vestiti per i rifugiati. L’UNHCR è particolarmente preoccupato per l’impossibilità di fornire cure adeguate ai rifugiati con esigenze specifiche, tra cui i minori non accompagnati, anziani e donne in stato di gravidanza, oltre che persone con disabilità e vittime di tortura.
LESBO
A Lesbo, dove sta arrivando la maggior parte dei nuovi arrivati, centinaia di uomini, donne e bambini sbarcati sulla costa settentrionale dell’isola sono costretti a camminare fino a 70 chilometri per raggiungere la capitale dell’isola, Mytilini, dove vengono identificati e registrati. Agalia, una piccola ONG guidata da un sacerdote locale nel villaggio di Kalloni, situato nella parte montuosa dell’isola, sta offrendo cibo, acqua, medicine e alloggio ai rifugiati che intraprendono questo cammino. L’UNHCR ha anche distribuito sacchi a pelo e kit igienici ad alcuni tra i rifugiati più bisognosi. Nel frattempo, destano preoccupazione le notizie di minacce di arresto ricevute da volontari locali a Lesbo da parte della polizia per l’aiuto che stanno offrendo ai rifugiati in movimento. L’Agenzia ha sollevato la questione con la polizia e ha chiesto al comune di Lesbo di offrire un mezzo di trasporto ai rifugiati vulnerabili che si incamminano sulle montagne del nord in direzione di Mytilini.
Il centro di registrazione nel villaggio di Moria è sovraffollato e molti rifugiati sono accampati all’esterno. L’ONG internazionale Medici del Mondo (MdM) sta fornendo assistenza medica e psico-sociale ai rifugiati presenti a Moria, e l’UNHCR sta dando informazioni giuridiche con l’ausilio di interpreti qualificati della ONG greca MetAction. Un accampamento alternativo è stato aperto a Kara Tepe, ma le condizioni sono estremamente precarie e spesso ci sono tensioni tra i rifugiati.
CHIOS
A Chios, il centro di registrazione di Mersinidi è ancora sovraffollato, ospitando un numero di persone che è il triplo della sua massima capacità ufficiale, cioè 98 individui. In aggiunta, circa 400 persone sono alloggiate in tenda vicino al centro di registrazione. Le tende, allestite dal comune, erano destinate ad ospitare 100 persone. Le condizioni sia all’interno che all’esterno del centro di registrazione sono da ritenersi inadeguate. L’UNHCR, MdM, METAction e i volontari locali stanno distribuendo generi di soccorso ai rifugiati più bisognosi. L’UNHCR sta fornendo informazioni legali in entrambi i luoghi e assiste le autorità nell’identificazione delle specifiche.
KOS
A Kos, Medici Senza Frontiere (MSF) sta fornendo assistenza medica e cercando di migliorare le condizioni all’interno dell’hotel Captain Elias, una struttura abbandonata dove molte famiglie di rifugiati si sono fermate in mancanza di altre sistemazioni adeguate. MSF ha migliorato la fornitura di acqua e predisposto servizi igienici chimici. L’UNHCR, MSF e i volontari locali hanno distribuito generi di primo soccorso. L’UNHCR fornisce informazioni legali ai rifugiati con l’assistenza di interpreti qualificati e assiste le autorità di polizia nell’informare le persone circa le procedure di registrazione e asilo e i loro diritti e doveri.
LEROS
A Leros, una struttura non utilizzata annessa all’ospedale, nota come Villa Artemis, è stata destinata ai volontari locali per poter ospitare famiglie di rifugiati che si trovano sotto la responsabilità della Guardia Costiera. MSF e UNHCR hanno distribuito beni di prima necessità e l’UNHCR ha fornito informazioni ai rifugiati attraverso un interprete qualificato.
SAMOS
Anche a Samos il centro di registrazione è sovraffollato, con almeno 600 persone. Le condizioni igieniche e di vita sono al di sotto degli standard minimi. L’ONG MEDIN offre supporto medico e psico-sociale, mentre l’UNHCR fornisce informazioni legali, assiste le autorità nell’identificazione delle persone con esigenze specifiche e distribuisce generi di prima necessità, soprattutto alle persone con bisogni particolari.
L’UNHCR dichiara la propria disponibilità a continuare a lavorare con le autorità greche e la società civile al fine di affrontare alcune di queste sfide, ma per evitare una crisi umanitaria è urgente un maggiore sostegno da parte degli Stati e delle istituzioni dell’Unione Europea.
Condividi su Facebook Condividi su Twitter