L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) è seriamente preoccupato per il picco di violenza tra le comunità nel Mali centrale che, nelle ultime settimane, ha costretto circa 3.000 persone a rifugiarsi nel vicino Burkina Faso.
Decine di persone sono state uccise negli scontri tra le comunità Dogon e Peul da febbraio; sono state distrutte case e altre proprietà, principalmente nell’area di Koro, nella regione centrale di Mopti.
Tra metà febbraio e inizio aprile le violenze hanno costretto 3.000 persone a fuggire attraverso il confine per raggiungere la regione nord del Burkina Faso. I nuovi arrivati si vanno ad aggiungere ai circa 24.000 rifugiati maliani che hanno trovato rifugio in Burkina Faso dall’inizio del conflitto in Mali nel 2012.
Con l’aumento della violenza estremista e intercomunitaria, l’UNHCR ora teme un incremento dei movimenti migratori e dei bisogni umanitari.
Tra i nuovi arrivati in Burkina Faso ci sono 2.000 cittadini maliani e 1.000 burkinabé, che vivono in Mali da molti anni. Molti temono di spostarsi lungo le strade, per paura di essere rapiti e uccisi, e dunque arrivano attraversando frontiere non ufficiali, a piedi o su veicoli leggeri.
Il nuovo esodo di persone si aggiunge alle sfide già affrontate dalle persone nella regione. L’insicurezza alimentare è elevata a causa della mancanza di pioggia che ha un impatto negativo sulle colture. Anche le strutture sanitarie sono allo stremo, e mancano medicinali e personale.
Ospitati da amici o parenti, i nuovi arrivati soggiornano in zone difficili da raggiungere. L’UNHCR li sta invitando a trasferirsi in un campo più lontano dal confine, dove possono registrarsi e avere accesso ai servizi sociali di base.
Ciò consentirebbe anche una migliore protezione, poiché l’insicurezza nel nord del Burkina Faso sta aumentando, con ricorrenti atti di banditismo e violenza nelle aree che ospitano i rifugiati maliani. I rifugiati non hanno opportunità di lavoro e di ottenere un’indipendenza e i genitori hanno paura di mandare i propri figli a scuola.
Il clima di insicurezza nel nord del Burkina Faso ha anche portato a spostamenti interni di persone. Dalle informazioni disponibili, diverse migliaia di burkinabé nella provincia di Soum nella regione del Sahel hanno abbandonato le proprie case, fuggendo verso sud o verso est all’interno del proprio paese.
Insieme alle autorità, l’UNHCR sta lavorando per trasferire in zone sicure i rifugiati che si sono insediati in siti spontanei. L’Agenzia sta inoltre lavorando per aiutare le persone vulnerabili, come gli anziani, le donne sole e i minori. È urgente provvedere a distribuire generi di prima necessità e fornire sostegno a lungo termine, in particolare per i giovani.
Attualmente, le operazioni dell’UNHCR in Burkina Faso sono finanziate solo per l’8 per cento. Per il 2018 sono necessari altri 22,9 milioni di dollari USA.
Per ulteriori informazioni:
In Burkina Faso, Marlies Cardoen, [email protected], +226 65 50 47 86
In Mali, Bockarie Kallon, [email protected], + 223 20290518
A Ginevra, Aikaterini Kitidi, [email protected], +41 79 580 8334
Condividi su Facebook Condividi su Twitter