In occasione di una visita di quattro giorni in Messico, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi, ha fatto visita a un programma innovativo di integrazione e ha incontrato richiedenti asilo e rifugiati in diverse città settentrionali e meridionali del Paese. Le persone ascoltate hanno raccontato delle violenze, degli abusi e delle persecuzioni che hanno patito per mano di gruppi criminali che le hanno costrette a fuggire dai propri Paesi.
L’Alto Commissario Filippo Grandi ha cominciato la visita in Messico venerdi scorso (27 settembre) dallo Stato nordorientale di Coahuila, recandosi a Saltillo, presso una fabbrica che impiega circa 70 rifugiati su un totale di 1.500 dipendenti. I rifugiati impiegati nello stabilimento erano stati ricollocati dal sud del Paese mediante uno schema di cooperazione tra le autorità centrali, nazionali e locali, il settore privato, la società civile e l’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Il programma aiuta i rifugiati a integrarsi e a dare il proprio contributo all’economia locale. L’Alto Commissario si è sentito rincuorato una volta ascoltati i riscontri positivi sulle esperienze vissute al loro arrivo, il benvenuto ricevuto dalle comunità locali e il continuo processo di integrazione nella società messicana.
“Questo schema innovativo rappresenta una situazione vantaggiosa per tutti”, ha affermato Filippo Grandi. “Permette di sopperire alla carenza di forza lavoro in determinate regioni, consentendo, allo stesso tempo, ai rifugiati e alle loro famiglie di accedere al mercato occupazionale, all’istruzione, all’alloggio e, soprattutto, a condizioni di vita sicure e dignitose. Rappresenta un eccellente modello che potrebbe essere riproposto non solo in Messico, ma in altre parti del mondo”.
Nell’ambito dello schema, e col sostegno delle autorità locali, solo nel corso di quest’anno oltre 3.000 rifugiati sono stati ricollocati tra quattro Stati messicani. In media, ogni settimana più di cento rifugiati sono ricollocati in varie città del Messico centrale e settentrionale.
Da Paese di transito per le persone che sperano di raggiungere gli Stati Uniti, il Messico sta sempre più divenendo un Paese di destinazione per i rifugiati dell’America Latina e di altre regioni. Le domande di asilo presentate in Messico sono aumentate dalle circa 2.100 del 2014 alle oltre 48.000 dei primi otto mesi di quest’anno.
“Il Messico sta facendo fronte a un numero crescente di sfide e preoccupazioni per effetto dei cambiamenti in atto nelle politiche degli Stati Uniti, le quali hanno portato a un aumento significativo del numero di persone che scelgono di presentare domanda di asilo nel Paese, mettendo sotto ulteriore pressione un sistema di asilo già sovraccarico”, ha spiegato Grandi. “A tale riguardo, gli elementi di preoccupazione sono particolarmente seri lungo il confine messicano settentrionale”.
L’Alto Commissario ha inoltre visitato lo Stato meridionale del Chiapas, che accoglie quasi il 70 per cento dei richiedenti asilo presenti in Messico.
“Le persone che ho incontrato erano segnate a livello sia fisico sia emotivo, impaurite e bisognose di aiuto”, ha affermato l’Alto Commissario dopo aver fatto visita a rifugiati e richiedenti asilo nella città di Tapachula, in Chiapas. “Sono grato al Messico per gli sforzi profusi per proteggere e assistere queste persone, in particolare in questo momento storico in cui il Messico è posto sotto crescente pressione dalla gestione di flussi misti sempre più complessi di rifugiati e migranti”.
La Commissione messicana di sostegno ai rifugiati (Comisión Mexicana de Ayuda a Refugiados/COMAR) ha compiuto progressi per accelerare il processo di esame delle domande di asilo, tuttavia i richiedenti sono ancora costretti ad attendere mesi prima di ottenere i necessari documenti che danno loro accesso al mercato del lavoro e, spesso, anche ai servizi sociali.
“L’UNHCR è impegnato a rafforzare la capacità dei sistemi di asilo e di accoglienza al fine di sostenere la risposta del Messico alla sfida di proteggere e assistere il crescente numero di richiedenti asilo e rifugiati”, ha dichiarato Filippo Grandi. “Tale sostegno richiede anche un rinnovato impegno da parte del Governo messicano ad aumentare le risorse destinate alla COMAR nel budget nazionale, per permettere loro di diventare maggiormente reattivi ed efficaci”.
L’UNHCR sta sostenendo la COMAR su vasta scala, aprendo nuovi uffici a Monterrey, Tijuana e Palenque, e impiegando oltre 110 collaboratori esterni per la registrazione e l’esame dei casi. Durante la tappa a Tapachula, l’Alto Commissario ha inaugurato due nuovi centri di registrazione gestiti da COMAR e RET, partner dell’UNHCR.
Lungo il confine meridionale, l’Alto Commissario ha potuto constatare di persona alcune delle problematiche che devono affrontare le autorità messicane per l’immigrazione. Pur riconoscendo il diritto sovrano del Messico di controllare i propri confini, l’Alto Commissario ha espresso preoccupazione in merito all’assenza di tutele sistematiche e di protocolli adeguati per lo screening e la presa in carico dei richiedenti asilo al confine. L’Alto Commissario ha inoltre manifestato la propria apprensione rispetto alla detenzione automatica di quanti presentano domanda di asilo alla frontiera, comprese le famiglie con bambini.
“Sarebbe opportuno adottare un protocollo che preveda uno screening alla frontiera che, quanto meno, come primo passo, consentirebbe ai casi più vulnerabili di accedere automaticamente ai servizi COMAR”, ha dichiarato Filippo Grandi. “Inoltre, apprezzo il partenariato con le autorità volto a percorrere alternative alla detenzione, per esempio trasferendo i richiedenti asilo in alloggi finanziati dall’UNHCR, e vorrei che tali alternative fossero messe in pratica”.
A Tapachula, l’Alto Commissario ha ascoltato anche il dramma di molte persone originarie di diversi Paesi africani, nonché Haiti e Cuba, che non desiderano presentare domanda di asilo in Messico. Per tutti coloro che non hanno diritto a protezione internazionale, sono necessarie soluzioni in linea con il Global Compact per una migrazione sicura, ordinata e regolare.
A Tapachula, Saltillo e Città del Messico, l’Alto Commissario ha visitato gli alloggi destinati a richiedenti asilo e migranti vulnerabili gestiti dalle organizzazioni della società civile e della Chiesa. Queste svolgono un ruolo fondamentale, dato che assicurano a rifugiati e migranti alloggi di emergenza e altri servizi vitali, fra i quali sostegno psicosociale, orientamento e assistenza legale per le domande di asilo. Tuttavia, necessitano anch’esse di maggiori risorse.
L’Alto Commissario ha concluso la propria missione lunedi a Città del Messico, dove ha incontrato esponenti del Governo fra i quali Olga Sanchez Cordero, Ministro dell’Interno, e Marta Delgado Peralta, Vice Ministro degli Esteri.
L’Alto Commissario ha espresso soddisfazione in merito all’impegno costante profuso dalle autorità messicane per adempiere gli obblighi internazionali e i principi di protezione internazionale, trattamento umanitario e rispetto dei diritti umano. Le autorità hanno sottolineato come queste costituiscano una componente fondamentale delle politiche nazionali e di quelle internazionali del Paese.
L’Alto Commissario ha evidenziato il sostegno garantito dall’UNHCR all’impegno profuso dal Messico per intervenire sulle cause alla radice delle migrazioni e dei movimenti di rifugiati dall’America centrale, anche mediante il Piano complessivo di sviluppo (Comprehensive Development Plan) di Messico, El Salvador, Honduras e Guatemala, e il Quadro complessivo regionale per la protezione e la ricerca di soluzioni (Marco Integral Regional para la Protección y Soluciones/MIRPS), a cui partecipano il Messico e altri sei Paesi dell’America centrale.
Durante i colloqui con le autorità, l’Alto Commissario ha accolto con favore l’impegno preso dal Governo poco dopo essersi insediato in merito alla volontà di risolvere il dramma degli sfollati interni e ha offerto il sostegno continuo dell’UNHCR per sviluppare normative e politiche pubbliche capaci di rispondere a questo problema che per troppo tempo è stato trascurato.
“Il Messico vanta una lunga e orgogliosa tradizione di accoglienza di persone in fuga da persecuzioni”, ha dichiarato l’Alto Commissario. “Oggi, il Paese deve far fronte a sfide complicate, ma vi sono anche grandi opportunità di veder espandersi lo spazio dedicato all’asilo. Il Messico può vantare moltissime buone prassi da condividere a livello mondiale, in particolare quelle relative agli innovativi programmi di integrazione”.
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